Terrasini, un cittadino spagnolo alla scoperta delle proprie radici “favarottare”

Il cittadino spagnolo Giovan Battista Orlando, in visita stamani a Terrasini alla ricerca delle proprie origini. In compagnia dell’amico Luis Garcia, ha fatto tappa a sorpresa al comune dove è stato accolto dal sindaco Giosuè Maniaci.
Chiacchierando è’ emerso che il padre e i nonni di Giovanni Battista Orlando erano nativi di Terrasini, ma che si stabilirono in Spagna tra la fine del 1800 e i primi del 1900 nel piccolo borgo marinaro di Santoña in Cantabria, iniziando a lavorare per la salagione del pesce, soprattutto dell’acciuga.
Insieme ad altri terrasinesi e siciliani di Sciacca, Porticello e Palermo insegnarono le loro tecniche di salagione agli operai del luogo.
E Giovan Battista ha mostrato al sindaco Maniaci i riscontri istituzionali e anagrafici che testimoniano come presso il municipio di Santoña si trovino i nomi di molte famiglie di pescatori emigrate da Terrasini nello stesso periodo: gli Orlando, i Cusimano, i Lo Iacono, i Cracchiolo, i Tocco e Ciaramitaro, che
fecero della loro arte una delle attività più floride della regione tanto da realizzare stabilimenti di pescato che oggi esportano in tutto il mondo acciughe sott’olio e salate e che vengono considerate di altissima qualità a livello mondiale.
“Abbiamo completato la visita con la scoperta delle loro origini all’interno di Palazzo D’Aumale – spiega il primo cittadino – dove proprio Giovan Battista alla vista di un quadro e dei cenni storici che ricordano l’opera di suo nonno e dei terrasinesi è scoppiato in lacrime. Abbiamo dato appuntamento ai nostri amici a fine Aprile quando una delegazione del nostro comune andrà in Spagna proprio a Santoña per suggellare un gemellaggio e rafforzare i legami tra le nostre comunità. Voglio ringraziare i ragazzi del servizio civile che oggi ci hanno accompagnato, Matilde Rizzuto per aver fatto da interprete per la lingua spagnola e la dottoressa Cossentino per l’accoglienza e l’ospitalità ricevuta all’interno del museo D’Aumale.
Una bella storia di emigrazione dai bei risvolti di terrasinesi che si sono fatti onore in un’altra terra con la passione per il loro lavoro mantenendo salda l’identità delle radici siciliane che hanno trasmesso a figli e nipoti.