Operazione Caronte. Tratta di minori, 7 arresti: in manette atleta ucraina. VIDEO

I carabinieri hanno scoperto un’organizzazione criminale che si occupava di recuperare figli contesi da genitori separati. Le persone finite in manette sono sette.
Tra queste spicca, l’atlea ucraina Larysa MOSKALENKO.
Tutto partiva dal divorzio di una coppia di coniugi di differente nazionalità. Dal momento in cui il giudice affidava la prole ad uno dei genitori (generalmente a quello avente la stessa nazionalità del giudice), la parte soccombente, per evitare il drammatico distacco, lasciava il Paese ospitante portando con se il figlio, contravvenendo alla decisione dell’autorità. Era a questo punto, che il genitore legittimato ad avere l’affidamento, pagava anche 200,000 euro rinvolgendosi all’“ABP World” , una società di sicurezza norvegese che nascondeva in realtà un organizzazione per delinquere, che con metodi brutali otteneva i bambini, senza passare dalle vie legali che solitamente fanno perdere più tempo.
Le indagini condotte dai carabinieri di Carini, hanno riguardato in particolare l’area del Mediterreaneo: Tunisia, Cipro, Egitto, Libano.
Le forze dell’ordine hanno accertato che il figli contesi dai genitori veniva prelevati forzatamente attraverso un vero e proprio sequestro di persona, facendo ricorso ad armi, ascette immobilizzanti, arti marziali, spray urticanti, sostanze narcotizzanti e taser. E’ stato possibile ricostruire che all’inizio di ottobre 2012 ebbe luogo la prima operazione su cui si è basata l’inchiesta: gli indagati, servendosi di un’imbarcazione condotta da uno skipper di Mazara del Vallo (lo stesso in quell’occasione si dimostrò pronto a corrompere le aurorità di frontiera tunisine, pur di evitare controlli indesiderati), si recarono a Port el Kantaoui, località turistica della Tunisia, dove rapirono un bambino che poi ricondussero a Palermo, e, quindi, in Norvegia. I bambini sequestrati venivano trasportati in gommone ma in alcuni casi si cercò di reperire un elicottero. Per non attirare troppo l’attenzione, l’organizzazione si mise perfino alla ricerca di donne disposte ad accompagnare il commando in Tunisia, simulando un viaggio di piacere; fu fatta una attenta selezione nelle hall dei più esclusivi alberghi di Palermo, un vero e proprio casting, finché la scelta cadde su una donna olandese, la quale però non fu messa immediatamente al corrente delle reali finalità del viaggio. La base operativa delle operazioni paramilitari tra Capaci e Carini, nella “Sicily rent boat” gestita dall’atleta ucraina Larysa MOSKALENKO che metteva a disposizione dell’organizzazione, le più potenti imbarcazioni per eseguire le operazioni.

Le indagini sono partite il 28 maggio 2012 quando fu incendiato l’hotel Porto Rais a Villagrazia di Carini, di proprietà del compagno dell’atleta Moskalenko.
Dalle conversazioni intercettate, i carabinieri hanno scoperto che la donna, secondo l’accusa, avrebbe fornito “un contributo concreto – mettendo a disposizione le proprie imbarcazioni, gli skipper di fiducia ed altri strumenti logistici – per l’organizzazione e la concreta esecuzione del rapimento e del trasporto clandestino di minori dal Nord Africa verso Paesi europei. Gli altri arrestati sono il palermitano Cannistraro Luigi, Antonino Barazza di Mazara del Vallog, Sebastiano Calabrase di Reggio Calabria e altre tre persone da fermare con apposita rogatoria internazionale.
I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere finalizzata al compimento di vari reati tra cui “tratta di persone”, “sequestro di persona” e “sottrazione e trattenimento di minore all’estero. Il reato associativo è aggravato dal fatto che l’organizzazione era impegnata in attività criminali in più di uno Stato.


Maggiori dettagli nel tg di oggi alle 14,15 canale 73

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