Mafia, confisca da 10 milioni ai fratelli Graviano

Aziende, quote societarie e immobili passano al patrimonio dello Stato. E’ stato eseguito infatti dalla Guardia di Finanza, un provvedimento di confisca di beni nei confronti dei fratelli Graviano, membri della famiglia mafiosa del mandamento di Brancaccio a Palermo.

Sono considerati i mandanti dell’omicidio di Padre Pino Puglisi e, in particolare Filippo e Giuseppe, tra i responsabili delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme alle loro scorte. Per tali fatti e per la loro appartenenza alle cosche, sono stati condannati alla pena dell’ergastolo, mentre Benedetto e Nunzia hanno scontato pene detentive in carcere per il reato di associazione mafiosa.

Adesso lo Stato gli toglie i beni. Il provvedimento di confisca ammonta a 10 milioni di euro. Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, hanno permesso di evidenziare l’infiltrazione di cosa nostra in settori strategici del tessuto economico cittadino, realizzata mediante la gestione di attività operanti nei settori delle scommesse, della ristorazione, della rivendita di tabacchi e della vendita al dettaglio di carburante. E’ proprio in quest’ultimo settore che i fratelli GRAVIANO avevano investito ingenti capitali, acquisendo, sin dai primi anni ’90, aree di servizio di rilevanti dimensioni, ubicate in posizioni strategiche nei pressi dell’ingresso autostradale del capoluogo siciliano.
Gli accertamenti hanno permesso di dimostrare un ingente sperequazione fra redditi leciti, patrimoni accumulati ed investimenti effettuati dai Graviano, che si sono avvalsi di prestanome.
Pertanto, è stata applicata ai fratelli Benedetto, Filippo e Giuseppe GRAVIANO la misura patrimoniale della confisca, in particolare di 10 tra villette e terreni, 3 distributori di carburante, una società di gestione parcheggi e un tabacchino.

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