Policlinico di Palermo, primo trattamento in Sicilia di Sindrome di May Thurner mediante stent venoso
Presso la Chirurgia Vascolare del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo è stato eseguito il primo trattamento endovascolare in Sicilia per la sindrome di May Thurner sintomatica.
Questa condizione patologica, relativamente rara, è causata da un’alterazione anatomica: la compressione della vena iliaca sinistra tra la colonna lombare e l’arteria iliaca destrache determina la stasi venosa con conseguente possibile trombosi del sistema venoso profondo dell’arto inferiore sinistro.
L’intervento, eseguito dal Professore Felice Pecoraro, Ordinario di Chirurgia vascolare dell’Università di Palermo e Direttore dell’UOC di Chirurgia vascolare dell’AOUP, affiancato da un’equipe composta da chirurghi vascolari, anestesisti, infermieri e tecnici di radiologia, è consistito nel rilascio di uno stent venoso autoespandibile specifico per vasi venosi addominali.
“La procedura chirurgica – spiega il Professore Pecoraro – è stata eseguita in anestesia locale assistita, in leggera sedazione ed è stata caratterizzata da un accesso percutaneo a livello della vena femorale comune sinistra, senza la necessità di isolamento chirurgico. La possibilità di ricorrere a metodiche di ultrasonografia endovascolare ha inoltre consentito – aggiunge il chirurgo vascolare – di individuare con certezza il punto esatto della stenosi a carico della vena iliaca comune sinistra e, allo stesso tempo, di valutare l’efficacia dell’impianto, migliorandone l’efficienza e riducendo la somministrazione di mezzo di contrasto”.
Il Commissario straordinario del Policlinico, Maria Grazia Furnari commenta: “Esprimo i miei complimenti ai medici e tutti gli operatori dell’azienda ospedaliera universitaria che hanno eseguito l’intervento, dimostrando il loro impegno nel fornire cure all’avanguardia e migliorare la vita dei pazienti. Il miglioramento delle tecniche chirurgiche e l’innovazione dei dispositivi medici, unitamente alla formazione e competenza degli operatori – continua la manager – permettono di risolvere con approccio mininvasivo anche casi complessi. Il Policlinico conferma la sua caratterizzazione di presidio a più elevata complessità, dove assistenza, ricerca e didattica sono inscindibili, e la sua attenzione ad adeguare i servizi alle esigenze dei cittadini, migliorando ulteriormente gli standard di qualità”.
A seguito del trattamento chirurgico endovascolare, già dalla prima giornata postoperatoria i medici hanno osservato un significativo miglioramento delle condizioni del paziente e la scomparsa del dolore a carico dell’arto. Il paziente è stato dimesso dopo due giorni con la prescrizione della terapia anticoagulante.
Pecoraro aggiunge: “Fino a pochi anni fa la cura della patologia venosa dei grossi vasi addominali rappresentava un tabù all’interno delle esperienze e competenze della Chirurgia vascolare. Oggi – conclude il professore – l’evoluzione delle tecniche chirurgiche, principalmente endovascolari, lo sviluppo di device e il miglioramento delle conoscenze, permettono di rendere trattabile chirurgicamente anche tale patologia del sistema venoso profondo, che fino a poco tempo fa comportava una mera indicazione all’applicazione di terapie palliative, spesso inefficaci e con grave nocumento della qualità di vita dei pazienti”.