Aeroporto Falcone e Borsellino, sindacati chiedono regole chiare sulle assunzioni

Cgil Palermo e Filt Cgil Palermo hanno chiesto un incontro alla governance della Gesap per definire un “protocollo di legalità” sui flussi di manodopera, a partire dal sistema di assunzioni negli appalti e nei subappalti all’interno dell’aeroporto “Falcone e Borsellino”.  La lettera è stata inviata anche al sindaco di Palermo Lagalla e al Prefetto Cucinotta. 

      “L’aeroporto palermitano – affermano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Filt Cgil Palermo Fabio Lo Monaco – è uno scalo in crescita, che segna performance importanti e strategiche per lo sviluppo dell’aera metropolitana. Un contesto in continua evoluzione dove le assunzioni dirette e indirette del personale riteniamo debbano essere governate secondo criteri della massima trasparenza. L’obiettivo è arrivare a un livello di contrattazione inclusiva per tutti i lavoratori che, a vario titolo, interagiscono in un sito ad alta complessità, in cui coesistono ambiti diversi, tra sistema dei trasporti e altri comparti”. 

     Ad oggi, all’interno dello scalo aeroportuale, operano circa un migliaio di persone. Sono 243 i lavoratori assunti alle dipendenze di Gesap mentre nel settore dei servizi a terra gravitano circa 400 addetti a tempo indeterminato (al netto degli stagionali),  più i lavoratori degli altri settori dell’aerostazione, vigilanza, servizi legati all’operatività dello scalo, ristorazione, pulizie etc. 

       “All’interno di questo sito complesso occorre garantire diritti e legalità, che non sempre sono garantiti, e livelli adeguati per la salute e la sicurezza dei lavoratori. Spesso il sindacato – aggiungono Ridulfo e Lo Monaco – raccoglie segnalazioni e lamentele di condizioni lavorative difficili e di forme di sfruttamento, non sempre vengono rispettati i diritti dei lavoratori e all’interno del sistema, soprattutto degli appalti, registriamo delle criticità. Anche per quanto riguarda le assunzioni, in alcuni settori il sistema di reclutamento sembra lasciato alla discrezionalità delle aziende vincitrici dell’appalto e improntato, sia pur nei limiti di legge, a selezioni del personale ricondotte al criterio della conoscenza personale o al legame familiare.  Procedure che, secondo noi, dovrebbe sottostare piuttosto a un codice etico, fondato su regole condivise. A maggior ragione perché parliamo di scelte messe in atto all’interno di un bene della collettività, di un ente di proprietà pubblica, controllato da istituzioni come la Città metropolitana e il Comune di Palermo”.    

    “Nella struttura aeroportuale – concludono Mario Ridulfo e Fabio Lo Monaco –  registriamo da tempo un clima di tensione che negli ultimi giorni ha alimentato un crescendo di sospetti e di calunnie anche nei confronti di un nostro dirigente sindacale che, dal nostro punto di vista, ha dimostrato la sua estraneità ai fatti. Per questi motivi è necessario secondo noi procedere a dei confronti e lavorare insieme alle parti sociali alla firma di un protocollo per prevenire anomalie e garantire più tutele ai dipendenti”.

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