Alcamo, il re dell’eolico di nuovo a processo per operazione Pionica
Vito Nicastri, l’imprenditore alcamese, definito il «Re del vento» per le sue attività nel settore delle energie rinnovabili, al quale vennero sequestrati beni per un miliardo e 300 milioni di euro, dovrà ritornare sotto processo nell’ambito dell’operazione «Pionica». La Cassazione, infatti, alla quale si erano rivolti i pm che avevano impugnato l’assoluzione ottenuta in appello dal 66enne alcamese, ha deciso che il processo di secondo grado debba essere rifatto. Vito Nicastri, difeso dagli avvocati Sebastiano Dara e Mary Mollica, dovrà quindi nuovamente rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, reato dal quale era stato assolto assieme al fratello Roberto e ad altri. La Corte d’appello di Palermo, nel gennaio dello sorso anno, aveva ribaltato il verdetto emesso in primo grado: condanna a 9 anni per Vito Nicastri. In appello condanna solo per intestazione fittizia, a 4 anni 3 mesi e assoluzione dal concorso esterno. Dall’accusa di concorso esterno era stato scagionato anche il fratello di Vito, Roberto, condannato pure lui solo per intestazione fittizia, a 2 anni e 8 mesi. Entrambi erano stati scarcerati. Il fratello Roberto per il quale i pm non avevano fatto ricorso in Cassazione, dall’avvocato Giovanni Di Benedetto. Tornerà sotto processo anche l’agronomo Melchiorre Leone di Vita, in primo grado condannato con il rito abbreviato a 9 anni e 4 mesi e poi assolto in appello dalle accuse di mafia, come Vito e Roberto Nicastri. Nella sentenza di rinvio disposta adesso dalla Cassazione, Melchiorre Leone dovrà rispondere di alcuni reati che gli erano stati contestati. L’operazione «Pionica», messa a segno il 12 marzo del 2018 dai carabinieri del ROS e dalla Dia, prese il nome da una contrada di Santa Ninfa dove sorge u n’azienda agricola di 60 ettari appartenuta a Giuseppa Salvo, ex moglie di Antonio Salvo, nipote dei noti esattori salemitani. Per l’accusa alcuni personaggi avrebbero dapprima scoraggiato i possibili acquirenti dell’azienda e poi, dopo che l’alcamese Roberto Nicastri, fratello del «re dell’eolico» acquistata all’asta per 130 mila euro e rivenduta per 530 mila euro. Vito Nicastri è ritenuto dagli inquirenti vicino al superlatitante Matteo Messina Denaro. Accusa che ha sempre respinto. L’impero di Vito Nicastri venne confiscato nell’aprile del 2013. Per la Dia si è trattato di una confisca senza precedenti nei confronti di un’unica persona, proprietaria di 43 società nel settore dell’eolico e del fotovoltaico.Tra gli immobili confiscati uno stabile in via XV Maggio, trasformato dal Comune, in residenza temporanea gratuita per artisti mentre un villino ad Alcamo Marina è stato destinato a centro per disabili. Tra gli immobili ad Alcamo in stato di abbandono una mega sala trattenimenti quasi ultimata in contrada Scampati, messa in vendita per un milione di euro, e un magazzino di 9 mila metri quadrati in contrada Case Rosse.
di Giuseppe Maniscalchi