Balestrate, una petizione per valorizzare la statua del ballo dei pastori

Una petizione per chiedere all’amministrazione comunale di spostare la statua del ballo dei pastori e valorizzarla. A lanciarla è il blog Balestratesi.it che da tempo propone di sistemare la statua ad altezza uomo per consentire una migliore fruizione da parte di turisti e visitatori.

 La statua era stata donata dall’associazione Terzo Millennio al Comune che l’ha installata nell’atrio della scuola Aldo Moro a ridosso del marciapiede. Ma si trova sopra il livello della strada per cui diventa di difficile fruizione.

Secondo la proposta del blog, spostandola ad altezza uomo, ad esempio nella zona del belvedere, favorirebbe selfie e foto e dunque una maggiore diffusione sui social. Inoltre basterebbe un semplice codice qr per consentire immediatamente a chiunque di conoscere la storia del Ballo dei pastori anche attraverso video e documenti multimediali, per altro già prodotti nelle scorse settimane dal comitato 1820 che ha creato un progetto di audioguide.

Nei mesi scorsi era stata inviata una proposta all’amministrazione comunale. Adesso è partita una petizione on line e cartacea che verrà consegnata all’amministrazione nelle prossime settimane. 

Il ballo dei pastori è un’antica tradizione balestratese legata al carnevale. Secondo la ricostruzione pubblicata dal comitato Balestrate 1820, sulla data di origine non si hanno certezze, “ma è da far risalire probabilmente agli anni in cui nasce la tradizione festiva carnevalesca a Balestrate, ovvero tra gli anni ’70 e ‘90 dell’Ottocento.

 La leggenda nasce da alcuni racconti popolari. Il Carnevale si festeggiava in due giornate, la domenica e il martedì. Si narra che gli unici assenti alla festa fossero un gruppo di pastori che non potevano lasciare incustodito il proprio gregge. Secondo la leggenda, un anno i pastori furono vittime di una burla del padrone che disse loro di volerli premiare lasciandoli liberi di festeggiare il Carnevale.  Arrivati in paese, però, si resero conto che, essendo lunedì, quel giorno non si tenevano i festeggiamenti. Decisero a quel punto di divertirsi ugualmente a modo loro: andarono presso le abitazioni del loro parenti, razziarono abiti femminili di guardaroba e armadi, indossandoli, indossarono abiti femminili, si coprirono i volti con dei veli, e al suono di un friscaletto (zufolo) si scatenarono in contradanze figurate, esibendosi in tutti gli angoli del paese. 

Ben presto tutti gli abitanti si accorsero di ciò che stava accadendo e si riversarono in strada, urlando una frase tutt’oggi utilizzata: “Arrivaru i mascarati, arrivaru i mascarati!” (sono arrivati gli uomini mascherati). Da allora la festa del Carnevale di Sicciara ebbe un giorno in più, chiamato lu jornu di li picurara (il giorno dei pastori).

 Da qui il nome del ballo che si è affermato negli anni a venire come gruppo folkloristico”. I pastori si distinguono per i loro abiti e la particolare danza.  

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