Capaci, chiesti sei anni di carcere per i titolari della Latte Puccio

Chiesta la condanna a sei anni di carcere ciascuno per gli amministratori dell’industria casearia Latte Puccio di Capaci, Giuseppe Valguarnera e la compagna, Caterina Di Maggio. Come scrive oggi il Giornale di Sicilia, La coppia, sotto processo con il rito abbreviato a seguito di un’inchiesta della Guardia di Finanza, era finita agli arresti domiciliari nel mese di febbraio dello scorso anno. Secondo gli investigatori, che hanno pure sequestrato 15 milioni di beni ai due imprenditori, la «Latte Puccio» sarebbe stata «svuotata» e sarebbero state compiute «scelte gestionali in palese conflitto con gli interessi della società fallita, ma utili a realizzare gli scopi personali degli amministratori». Per l’accusa, i due imputati, avrebbero messo a punto un articolato sistema di società finalizzato ad aggirare le norme» e «i crediti vantati dall’azienda nei confronti di altri soggetti, facendo svalutare artificiosamente la società, fittiziamente affittata ad un’altra per concludere lo svuotamento, provocando il crac finanziario. La vedova del fondatore di Latte Puccio, Caterina Di Maggio e il suo compagno, nel frattempo, avevano pure trasferito in Svizzera 5 milioni di euro. Secondo la Procura, i due conviventi soci in affari, infatti,  avrebbero compiuto false rilevazioni contabili ed operazioni finanziarie che avrebbero coinvolto «anche società di diritto estere sulle quali sarebbero state fatte confluire ingenti quantità di denaro ». L’inchiesta a loro carico sfociò dopo una serie di sit-in di protesta messi in atto dai lavoratori delle stabilimento caseario, per i quali l’azienda aveva avviato le procedure di licenziamento collettivo.

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