Carini, raid incendiario sulla statale 113, nella pizzeria di Impastato

Avrebbero forzato la porta della cucina del locale e, una volta introdotti all’interno avrebbero appiccato il fuoco su un pensile in legno. Solo la telefonata di un passante ha scongiurato conseguenze più gravi. E’ accaduto nella notte, tra lunedì e martedì, intorno all’1,30,  a Carini  all’interno della pizzeria di Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, il militante di democrazia proletaria assassinato dalla mafia nel 1978. Sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco del distaccamento volontario di Carini e,  grazie alla loro tempestività, il rogo non si è propagato alle bombole della birra. In caso contrario si sarebbe potuta verificare un’esplosione con effetti devastanti. Da più di un mese, la pizzeria Impastato è in fase di ristrutturazione, dopo un controllo congiunto delle forze dell’ordine e dell’Asp 6, nel corso del quale sono state riscontrate diverse irregolarità. In particolare è emersa una querelle sul territorio in cui sorge il locale. Giovanni Impastato e, prima di lui il padre Luigi, aveva sempre pagato le tasse al comune di Cinisi che, a suo tempo gli rilasciò pure la licenza commerciale. Invece, dai controlli eseguiti, la struttura sorge in territorio di Carini. Da allora, l’attivista antimafia, ha disposto una serie di lavori nel locale per rispettare le prescrizioni che gli sono state imposte ed adeguarlo alle normative vigenti, oltre che definendo la questione burocratica sulla competenza territoriale che gli è stata sollevata. A sollevare il caso, sarebbe stato un esposto anonimo.   “Abbiamo trovato dell’eternit sul tetto” – ha ammesso Impastato e, abbiamo provveduto a sistemare tutto.  Adesso che stavamo riaprendo, arriva questo incendio, che ritengo un fatto inquietante”.  E’ gia la seconda volta che la sua pizzeria finisce nel mirino degli attentatori. Un episodio analogo si era già verificato nel 2011. A suo sostegno diversi attestati di solidarietà, come quello espresso dalla Cgil di Palermo.    “Siamo vicini a Giovanni Impastato, con il quale abbiamo da sempre condiviso le battaglie portate avanti da lui e da mamma Felicia in questi lunghi anni per fare piena luce e ristabilire tutta  la verità sull’omicidio di Peppino Impastato – dichiara il segretario generale  Palermo Enzo Campo – Chiediamo alle forze dell’ordine e alla magistratura di non sottovalutare questo ennesimo  vile atto, di ricostruire i fatti e individuare al più presto i responsabili. A Giovanni chiediamo di non arrendersi e di continuare a portare avanti il suo impegno in nome di Peppino Impastato, in difesa della legalità, della memoria, della giustizia e  dei diritti. La Cgil è al fianco di Giovanni Impastato e della sua famiglia”. Nicola Morra,  presidente della commissione parlamentare antimafia, si dice preoccupato ed esorta Giovanni Impastato a proseguire il proprio impegno con forza e coraggio. “Sono segnali – afferma Morra – che non vanno sottovalutati.   Sono crimini spia di una mafia che giorno dopo giorno viene messa all’angolo dalle forze dell’ordine, dalla magistratura e dai cittadini liberi da questi condizionamenti”.

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