Mafia, 19 arresti tra Palermo e New York: c’è anche il sindaco di Torretta – Video

Operazione congiunta della squadra mobile e dell’Fbi, nella notte, tra Palermo e New York. In manette 19 esponenti e sodali del mandamento mafioso del popolare quartiere di Passo di Rigano. Tra questi, il sindaco di Torretta, Salvo Gambino, accusato di concorso esterno in associazione mafioso. Le porte del carcere si sono aperte pure per Tommaso Inzerillo, Thomas Gambino, Giovanni Buscemi, Francesco Inzerillo, Salvatore Gambino, Gaetano Sansone, Giuseppe Sansone, Alessandro Mannino, Calogero Zito, Rosario Gambino, Francesco Di Filippo, Giuseppe Spatola, Antonino Fanara, Gabriele Militello, Antonio Di Maggio, Santo Cipriano, Giuseppe Lo Cascio e Antonino Lo Presti. Tutti sono accusati a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso ed altro. Le indagini dell’inchiesta denominata New Connection,   coordinate dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Amelia Luise, Francesco Gualtieri, Giuseppe Antoci e Roberto Tartaglia (oggi alla Commissione parlamentare antimafia).  parte dalla Sicilia e giunge in America, dove gli Inzerillo si erano rifugiati per scampare alla mannaia di Totò Riina e dove hanno fatto affari. Gli investigatori, hanno registrato il forte legame instaurato tra Cosa Nostra palermitana e la criminalità organizzata statunitense, con particolare riferimento alla potente Gambino Crime Family di New York, nonchè la forte capacità pervasiva, da parte della famiglia mafiosa di Passo di Rigano, sull´economia legale dell´omonimo quartiere, secondo una capillare divisione di ruoli e mansioni: dalla fornitura alimentare all´ingrosso alle classiche estorsioni, passando per la gestione dei giochi e delle scommesse on line. A Passo di Rigano avevano ricostituito la loro roccaforte criminale importanti esponenti della famiglia Inzerillo, una storica cellula mafiosa palermitana, decimata negli anni 80 dalla seconda guerra di mafia. Agli esiti delle indagini, è risultato infatti che questi “scappati”, rientrati in Italia nei primi anni duemila, avessero ricostituito le file della “famiglia”, anche grazie al ritrovato equilibrio con la fazione criminale avversa. In America, il personale dell’FBI ed investigatori italiani hanno perquisito, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Palermo,  le abitazioni di Calogero Zito, nel New Jersey, di Thomas Gambino a Staten Island e di Simone Zito a Philadelphia.  Tra gli arrestati, spiccano le figure di Tommaso Inzerillo e del cugino Francesco. Decimati durante la seconda guerra di mafia dalla fazione guidata dai corleonesi di Salvatore Riina, gli Inzerillo erano stati costretti, subito dopo l’omicidio di Salvatore Inzerillo, nel 1981, a fuggire negli Stati Uniti per avere salva la vita. Rientrati in Italia nei primi anni duemila, i due cugini sono riusciti a stabilire un equilibrio con alcuni tra gli ultimi esponenti del gruppo avverso ancora in libertà, i fratelli Gaetano e Giuseppe Sansone, e a ricostruire le fila della famiglia mafiosa di Passo di Rigano.  Grazie ad una fitta rete di sodali, tra cui Giuseppe Spatola, genero di Tommaso Inzerillo e Alessandro Mannino, già uomo d’onore, gli Inzerillo hanno esercitato un ferreo controllo del territorio di riferimento condizionandone il tessuto economico. Tramite Spatola e Gabriele Militello, Tommaso Inzerillo, imponeva la fornitura di prodotti alimentari; ad Antonino Fanara aveva affidato il settore dei giochi e la gestione delle agenzie di scommesse abusive on line; Antonino Lo Presti interveniva come mediatore in alcune vicende estorsive; tante situazioni, in definitiva, ruotavano intorno agli Inzerillo che venivano considerati dai residenti dei punti di riferimento per risolvere anche questioni di carattere privato e non collegati a vicende criminali. Altro personaggio di assoluta caratura criminale è Giovanni Buscemi.. Scarcerato dopo 24 anni di detenzione per associazione mafiosa e omicidio, Buscemi si è immediatamente riproposto nel panorama mafioso palermitano, pretendendo un ruolo consono ai suoi rilevanti trascorsi. Ed infatti, solo pochissime settimane dopo la sua scarcerazione, ha preso parte, in qualità di rappresentate del mandamento mafioso di Passo di Rigano, alla riunione tenutasi a Palermo il 29 maggio 2018, alla quale hanno partecipato numerosi capi dei mandamenti mafiosi palermitani per discutere e approvare le  regole del funzionamento della commissione provinciale di cosa nostra e delle dinamiche fra i mandamenti . Contestualmente agli arresti, la Procura di Palermo ha disposto,   il sequestro preventivo  di beni dal valore complessivo di tre milioni di euro, riconducibili agli indagati: imprese, un allevamento di bovini e bufale da latte, centri scommesse, rapporti bancari, autovetture ed immobili, tra cui un edificio di contrada San Nicolò in territorio di Torretta.  GUARDA IL VIDEO DEGLI ARRESTATI

ro.

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