Borgetto, Amministrative, nuova lettera di Pirreca: “invito tutti all’’impegno civile”

Il presidente dell’associazione culturale “La Fenice” di Borgetto, Pino Pirreca, scrive una nuova lettera alla cittadinanza per chiarire meglio il suo pensiero sull’impegno di tutti per le prossime elezioni amministrative, dopo la risposta dell’ex assessore Alessandro Santoro che aveva affermato -tra l’altro – “è chiaro ed è evidente che si stanno per aprire le porte della campagna elettorale e si tende a dibattere sui temi di attualità. Ma è altrettanto chiaro ed evidente che, in un momento in cui le Istituzioni Democratiche vanno riscattate e riabilitate non è corretto approfittare del fatto che il Comune di Borgetto sia stato commissariato per fatti di Mafia, per inasprire il dibattito politico utilizzando il vecchio metodo della diffamazione, e della denigrazione”. “Chiarisco -scrive oggi Pirreca – che la mia lettera aperta voleva essere solo un modo di smuovere le acque, un invito alla popolazione, giovani e meno giovani, uomini e donne, ad impegnarsi concretamente per dar vita a una Amministrazione comunale capace di farci uscire fuori dalla situazione in cui ci troviamo e darci la speranza di un futuro migliore. Spero adesso di non essere frainteso o, peggio, strumentalizzato per cose o fatti che sono lontani dal mio pensiero. Sono partito da considerazioni di fatto incontrovertibili (scioglimento per mafia e dissesto finanziario del Comune) da cui nessuno può prescindere -continua Pirreca – senza minimamente indicare responsabilità o paternità (lasciando tali valutazioni all’intelligenza dei lettori e al dibattito elettorale) e chiamando tutti all’impegno civico. Pertanto -dice ancora Pino Pirreca – mi corre obbligo precisare ulteriormente il mio messaggio: “L’impegno politico amministrativo non può che partire da un profondo rispetto della legalità, sia nella forma che nella sostanza, prendendo le distanze da ambienti contigui alla mafia, che purtroppo è un fenomeno storico. Il senso della concretezza deve far ponderare le difficoltà oggettive che purtroppo ci portiamo dietro e limitare i programmi – che pur devono essere chiari, dettagliati e lungimiranti in termini strategici – alle attuali condizioni finanziarie in cui versa il Comune. Tutti infatti possiamo proporre programmi ambiziosi in tema di turismo, di sviluppo economico, di infrastrutture, di arredo e decoro urbano, di qualità della vita con riferimento al welfare della popolazione, ma sarebbe già un grande successo poter garantire, almeno nei primi anni, l’ordinario, dando attuazione ai famosi tre principi che sono alla base dell’azione amministrativa nella gestione dei servizi pubblici: efficienza, efficacia ed economicità, nonché garantendo la massima trasparenza dell’azione politica e amministrativa. Auspico -sottolinea Pirreca – che la cittadinanza sia chiamata ad esprimersi, durante la campagna elettorale che spero sia serena, su contenuti e su proposte ben precise, non vaghe e fumose, di cui ci si rende responsabili e di cui alla fine se ne deve tener conto per valutare i risultati. Lo stato d’animo da cui si deve partire, comunque, non è e non deve essere quello di puntare il dito contro tutto e contro tutti, reali o presunti responsabili. Certo le responsabilità di questo attuale stato di degrado ci sono state e sono, penso, note a tutti noi, ma con altrettanta franchezza voglio dire che tutti dobbiamo in parte sentirci responsabili, chi per colpa chi per omissioni, consapevoli che le responsabilità del nostro degrado vanno individuate anche indietro nel tempo e non soltanto verso i componenti dell’ultima compagine amministrativa. Un’ultima riflessione la voglio rivolgere all’attuale Amministrazione straordinaria. Sono già passati quasi due anni dal commissariamento del Comune. Ai commissari -conclude Pino Pirreca – va il riconoscimento della cittadinanza per il lavoro svolto. Hanno certamente interpretato il loro compito con scrupolo, ma a mio giudizio potevano fare di piu’, non limitandosi a interpretare burocraticamente il loro ruolo e non avendo fatto chiarezza su alcune fattispecie, denunciate dal disciolto consiglio”.

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