Corleone, disposta autopsia sul cadavere di Giuseppe Liotta, aperta inchiesta

La Procura di Termini Imerese ha aperto un’indagine sulla morte di Giuseppe Liotta, il medico scomparso durante il nubifragio di sabato scorso mentre andava in ospedale a Corleone per il suo turno di lavoro e trovato morto ieri mattina. Il fascicolo è ancora a carico di ignoti e ipotizza i reati di inondazione e omicidio colposo. La Procura, diretta da Ambrogio Cartosio, ha disposto l’autopsia sul corpo della vittima, trovata, dopo circa 5 giorni di ricerche, a quasi 10 chilometri dall’auto. L’uomo, che lascia la moglie e due figli, aveva abbandonato la macchina al bordo della strada provinciale per incamminarsi a piedi in cerca di soccorsi. Ma la forza violenta dell’acqua caduta giù dal cielo, lo avrebbe trascinato dalle campagne di Corleone, sino ad un vigneto di Roccamena, distante, appunto, una decina di chilometri dal punto in cui è stata ritrovata la sua walksvagen Tiguan. Tenuto conto della profonda emozione suscitata dalla scomparsa per il maltempo del giovane pediatra Giuseppe Liotta e dal ritrovamento del suo corpo, interpretando il sentimento della moglie, l’Ordine dei medici di Palermo ritiene doveroso, in segno di rispetto e di partecipazione al dolore, unirsi al desiderio di riservatezza della famiglia, che chiede di limitare le informazioni sulla scomparsa prematura del medico al solo diritto di cronaca. Ancora a carico di ignoti è anche l’inchiesta per la morte delle 9 persone annegate, mentre si trovavano in una villetta abusiva di Casteldaccia. La casa, affittata dalle vittime, è stata travolta dalla piena del fiume Milicia esondato per le violenti piogge di sabato notte. Nel 2008 il Comune e nel 2012 la magistratura ne avevano ordinato la demolizione. Intanto, il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo stato di emergenza per la Sicilia. Nell’Isola il maltempo ha provocato 13 vittime – 9 a Casteldaccia, due a Cammarata, una a Vicari e una a Corleone – e ingenti danni all’agricoltura e alle strade, oltre che un problema di approvvigionamento idrico a Palermo. Lo stanziamento è di soli 53,5 milioni, soldi che basteranno solo per coprire le primissime emergenze e ripristinare i servizi essenziali, visto che la conta dei danni in tutta Italia non è stata completata e supererà, secondo il Governo, i tre miliardi di euro. Dai conti fatti in sede di Protezione Civile attraverso un paragone con le stime dei danni regione per regione alla Sicilia toccherebbero circa 5 milioni e mezzo o poco meno. A chiedere lo stato d’emergenza sono state, infatti, oltre alla Sicilia, alla Liguria devastata dalle mareggiate e al Veneto che ha visto centinaia di ettari di boschi distrutti dal vento, la Calabria, l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, il Lazio, la Lombardia, la Sardegna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.

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