Carini, ferì gravemente zia e cugino col fucile ma rischia soo un processo per arma abusiva

Cade l’accusa di lesioni colpose ipotizzate nei confronti di Giuseppe Romeo, magazziniere di 41 anni, incensurato che adesso rischia il processo soltanto per la detenzione abusiva dell’arma.
L’uomo venne arrestato il 29 gennaio dello scorso anno, dopo la tragedia sfiorata nella sua abitazione di Carini, in via Fiume Falco, dove accidentalmente ferì gravemente zia e cugino con un colpo di fucile. Era stato il cuginetto di 4 anni a chiedergli di vedere il fucile appeso alla parete e Romeo era convinto che fosse scarico.
Tant’è che lo prese e lo puntò contro il bimbo che in quel momento era in braccio alla madre. Premendo il grilletto partì un colpo che ferì il piccolo e la madre.
Il bimbo ebbe la peggio. Lottò per giorni tra la vita e la morte all’ospedale Villa Sofia di Palermo. Miracolosamente si riprese. Meno gravi le ferite riportate dalla donna.
Entrambi salvati e fuori da ogni pericolo, i parenti non hanno denunciato l’accaduto.
Quindi, il sostituto procuratore Silvia Benetti – così come scrive il giornale di Sicilia – ha chiuso le indagini sul caso e, in assenza di una querela di parte dei genitori per le lesioni colpose riportate dal piccolo, non può procedere su questo fronte.
Dalle indagini era successivamente emerso che il fucile non sarebbe mai stato denunciato alle autorità da Romeo. In base alla sua versione l’arma sarebbe stata vecchia ed appartenuta a suo padre che, a sua volta anni prima l’avrebbe ritrovata in campagna. Da allora avrebbe solo adornato una parete della sua cucina.
Notificatogli l’avviso di conclusione delle indagini, a Romeo viene adesso contestata solo la detenzione abusiva dell’arma.

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