Omicidio Conigliaro, marito condannato a 20 anni. Depositate le motivazioni

Depositate le motivazioni della condanna a 20 anni per Salvatore Maniscalco, l’uxoricida di San Giuseppe Jato. Secondo i giudici, che hanno pure negato all’uomo qualsiasi attenuante, soprattutto quella della provocazione, Maniscalco uccise la giovane moglie Concetta Conigliaro per crudeltà. La corte d’assise d’appello –seconda quanto riporta il Giornale di Sicilia- non esclude infatti che la morte della donna possa essere seguita ad un litigio, ad una caduta per terra, ma sono certi che dello stato di incoscienza della vittima, l’imputato ne abbia approfittato per «finirla». Come è noto il rapporto della coppia era burrascoso, il marito era a conoscenza dei presunti tradimenti della moglie ed è per gelosia che l’avrebbe uccisa, arrivando a bruciarne il cadavere. Maniscalco aveva cercato di farsi credere vittima della moglie, dipingendola come manesca e fedifraga, ma viene descritto come un individuo dotato di «capacità criminale, testimoniata, oltre che dalla incontestabile gravità dei delitti commessi, dalle terribili modalità scelte per distruggere il cadavere della moglie, dai ripetuti macabri gesti di depistaggio e di ostentazione della “giusta fine” fatta dalla donna». Dunque la seconda sezione della corte si scaglia contro Salvatore Maniscalco, confermando la condanna a 20 anni di carcere, negando qualsiasi attenuante e sottolineando inoltre nelle motivazioni che «la vendetta non è mai giustificata». I legali di Maniscalco faranno ricorso in Cassazione

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