Pizzo da 50 mila euro a sala bingo, tre arresti

I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip di Palermo su richiesta dalla Direzione distrettuale antimafia, per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei responsabili di una sala bingo del capoluogo. I destinatari della misura nell’operazione “Bingo family”, sono i fratelli Giorgio e Cosimo Vernengo legati alla famiglia di Santa Maria di Gesu’ e Paola Durante.

Nella stessa indagine sono stati acquisiti elementi, tuttora all’esame degli inquirenti, anche nei confronti dei detenuti Natale Giuseppe Gambino, 58 anni, sottocapo della cosca di Santa Maria di Gesù, Salvatore Profeta, 71 anni, al vertice del clan, entrambi già colpiti dai provvedimenti restrittivi eseguiti dal Ros nel dicembre 2015 nell’ambito dell’operazione “Torre Dei diavoli” e, come Cosimo Vernengo, scarcerati a seguito della richiesta di revisione del processo per la strage Borsellino.

Le indagini già avviate sulla famiglia di Santa Maria di Gesù, di cui è stato accertato il processo di riorganizzazione interna e la capacità militare culminata il 3 ottobre scorso nell’omicidio di Salvatore Sciacchitano, hanno consentito di documentare l’estorsione ai titolari della sala bingo, sia durante la precedente gestione, terminata nel luglio 2015, sia al subentro della nuova proprietà.

Oltre ad avere gestito la messa a posto con la precedente amministrazione del bingo, Profeta e Gambino avevano preteso un pagamento illecito di 50 mila euro, di cui oltre 6 mila già corrisposti, per lasciare alla struttura il bar interno che illegittimamente rivendicavano come proprio. Le somme di denaro estorte erano consegnate dalle vittime a Paola Durante, in precedenza responsabile per conto dei Vernengo della gestione del bar interno al bingo, a fronte della presentazione di fatture emesse da due società per forniture e servizi mai effettuati.

Ragion per cui sono al vaglio dell’autorità giudiziaria le posizioni dei due legali rappresentanti delle società che hanno emesso le fatture.

Cosimo Vernengo è inoltre accusato di aver costretto i responsabili della società ad assumere la nipote di Salvatore Profeta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture