Alqamah bis, sequestrati beni riconducibili all’imprenditore “mafioso” Nicolo’ Coppola

Duro colpo al patrimonio riconducibile alla famiglia mafiosa di Alcamo. Sotto sigillo sono finiti beni, per un valore complessivo di 8 milioni di euro, degli imprenditori alcamesi Francesco, Nicolò e Leonardo Coppola e, del loro prestanome Gaetano Manno, tutti indagati nell’ambito dell’Operazione “Alqamah” per intestazione fittizia di beni.

I provvedimenti, richiesti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Trapani, tra Alcamo e Salemi.

Sotto sequestro sono finite 5 società, tra cui tre imprese individuali , 27 beni immobili, 8 autoveicoli e, 43 tra rapporti bancari e polizze assicurative.

L’intervento scaturisce da un’articolata attività investigativa avviata nel maggio del 2011 dall’Arma di Trapani, finalizzata alla disarticolazione della Famiglia Mafiosa alcamese.

Le indagini hanno fatto emergere l’ingerenza nel tessuto economico-sociale di imprese intestate a prestanome, di fatto riconducibili a soggetti condannati, con sentenze passate in giudicato, per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni.

L’inchiesta patrimoniale ha messo in evidenza come Nicolò Coppola, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale dal 2007 al 2009, si sia avvalso dei familiari più stretti, come il padre Francesco ed il fratello Leonardo e, di Gaetano Manno (già deferito per associazione di tipo mafioso nell’ambito dell’operazione “Bagolino”, insieme ad Antonino Bonura, reggente della “famiglia” di Alcamo), per intestare loro le quote della neo costituita trasport scavi s.r.l..

Quest’ultima, sarebbe stata istituita ad hoc per eseguire diverse opere di edilizia, sia privata, come nel caso del parco eolico di Alcamo e Partinico, realizzato grazie ai rapporti con l’imprenditore mafioso Salvatore Angelo, che pubblica, come i lavori relativi alla sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo-Castellammare del golfo, godendo della protezione e dell’apporto favorevole dell’organizzazione mafiosa.

Gli accertamenti di natura economico-finanziaria hanno permesso di documentare un’articolata serie di cessioni e passaggi di quote che hanno consentito a Nicolò Coppola di continuare ad operare nel settore edile, ricavando profitti che altrimenti gli sarebbero stati preclusi dalle numerose limitazioni derivanti dall’applicazione delle misure di prevenzione personale e patrimoniale già emesse a suo carico.

Gli accertamenti bancari hanno costituito elemento di riscontro per procedere al sequestro della l.c.s. s.r.l., società edile costituita da Francesco Coppola e da Gaetano Manno, per aggiudicarsi, in regime d’urgenza, i lavori per la messa in sicurezza relativa alla discarica di Contrada Vallone Monaco di Alcamo; inoltre hanno consentito di verificare la natura fittizia di un atto stipulato da Gaetano Manno ed il fratello Saverio, in relazione alla compravendita di una palazzina che insiste nel centro alcamese, realizzata abusivamente negli anni ’90 dallo stesso Manno.

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