San Cipirello. Aumenta la Tari, insorgono i commercianti
Aumenta la Tari a San Cipirello per le attività commerciali e gli esercenti in rivolta interrompono i lavori del Consiglio comunale. Martedì sera un centinaio di commercianti, nonostante all’ordine del giorno non ci fosse la tassa sui rifiuti, si è dato appuntamento al municipio per protestare contro i vertiginosi aumenti previsti nel Piano finanziario del Comune. In base alla delibera approvata il 29 luglio scorso e rettificata nei giorni scorsi, la percentuale di carico maggiore dell’imposta sui rifiuti graverà, infatti, sui gestori delle attività commerciali. I fruttivendoli, fiorai e pizzerie a taglio pagheranno 24,36 euro per ogni metro quadro della propria attività. Per i titolari di ristoranti e pizzerie la tariffa è invece di 18,73 euro. I negozi di abbigliamento, calzature, ferramenta e cartolerie ne pagheranno 6,19 euro. Saranno questi i maggiori contribuenti con 38 mila euro complessivi da versare nelle casse comunali. Non va meglio ai bar che pagheranno 14 euro per ogni metro quadro della propria attività. “Abbiamo applicato il minimo previsto dalle tabelle stabilite dal Ministero di Economia e Finanza”, spiega il sindaco Tonino Giammalva. Il Comune deve far fronte a 816 mila euro di costo annuo per il servizio rifiuti. Il 66 per cento sarà carico delle 2375 famiglie proprietarie di immobili. Il restante 34%, pari a 281.194 euro, lo pagheranno invece negozi ed uffici. A beneficiare della riduzione delle tariffe saranno però i 458 nuclei familiari con un solo componente e i 475 composti da due sole persone. Per fronteggiare la rivolta dei commercianti, il sindaco ha annunciato anche quest’anno “controlli a tappetto su tutte le abitazioni per dare la caccia agli evasori. Sarà affidato – ha detto – ad una società esterna senza legami con San Cipirello. Solo così potremo diminuire il carico sulle attività commerciali”.