Alcamo. Morte Lorenz, niente impronte sulla boccetta dell’antidepressivo

Si è svolta ieri mattina davanti la Corte d’Assise di Trapani, l’udienza del processo a carico di Aminta Altamirano Guerrero, 34 enne di origine messicana accusata di avere uccisio il figlioletto di cinque anni. Sentito in aula l’assistente capo della scientifica, Paolo Di Stefano ha dichiarato che sul flacone di Laroxyl, un farmaco antidepressivo, non sono state trovate impronte digitali né della donna né del bambino. Le ragioni –secondo l’invistigatore- potrebbero essere diverse dalla cattiva conservazione della boccetta alla cancellazione delle stesse impronte. Fatto sta comunque che non sono state rilevate impronte. Sempre nel corso dell’udienza sono stati sentiti dalla Corte altri due testimoni. Il medico legale Giuseppe Lauria che effettuò sul corpicino del piccolo Lorenz la prima ispezione cadaverica e l’assistente Francesco Pirrello in servizio al Commissariato di Alcamo. Quest’ultimo ha riferito che il proprietario dell’enoteca dove la donna di tanto in tanto si recava per collegarsi ad internet, gli avrebbe dichiarato che Aminta, in qualche occasione aveva espresso la volontà di togliersi la vita insieme al figlio per vendicarsi del marito che l’aveva lasciata, causandole gravi disagi. Il medico legale Lauria invece ha dichiarato che la morte del piccolo Lorenz sarebbe avvenuta tra le 6 e le 10 ore prima che venisse effettuata la perizia cadaverica. Il medico inoltre ha confermato, secondo quanto già raccontato dalla madre di Lorenz, che il corpo del bambino venne spostato da dove era stato trovato senza vita. Il processo contro Aminta Altamirano riprenderà il prossimo 24 giugno. Nell’udienza sarà ascoltato il professore Paolo Procaccianti che eseguì l’autopsia sul corpo del bambino
Giornale di Sicilia

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