Abc di Alcamo traccia un bilancio sull’attività amministrativa dell’ex sindaco Bonventre

Superato il termine in cui l’ormai ex sindaco dimissionario di Alcamo, Sebastiano Bonventre, sarebbe potuto tornare sui suoi passi, come anticipato, il movimento Abc, in una nota, dice la sua sugli ultimi tre anni di amministrazione.

“Tre anni- si legge nel documento – in cui sono venute chiaramente alla luce la generale inadeguatezza dell’azione politica del primo cittadino e le carenze amministrative ereditate dalla precedente giunta, tra tutte il ripetuto sforamento del Patto di stabilità”.

Abc scrive di “attività politico-amministrativa, bloccata, inefficace, priva di una visione programmatica organica e di lungo periodo, incapace di dare soluzioni adeguate proprio in una fase in cui i morsi della crisi si fanno sentire trasversalmente sul corpo sociale”.

Tant’è – si legge ancora nella nota – che la città si ritrova con un buco di bilancio di circa 3 milioni di euro.

“Che non sia questa la vera causa dell’abbandono della nave? – si chiede Abc nel documento.

Secondo il movimento politico alcamese, la passata amministrazione si sarebbe resa responsabile della “disastrosa revisione dell’organizzazione degli uffici e del personale, soltanto avviata, seppure promessa in campagna elettorale e nei mesi successivi, che lascia attualmente intatta una struttura organizzativa farraginosa ed antieconomica, ereditata dal precedente sindaco Scala, peraltro convinto sostenitore di Bonventre; le indennità e i premi ai dirigenti comunali vengono attribuiti a prescindere dai risultati, senza valutare l’efficacia della loro azione e l’efficienza dei loro uffici”.

Poi, punta il dito sulla “mancata produzione, nei tempi prescritti, di atti fondamentali della vita amministrativa del Comune, come i bilanci di previsione, redatti sempre dopo ripetute richieste della Regione e spesso in seguito alla messa in mora formale e all’invio di commissari ad acta”.

E ancora, “la mancata approvazione delle variazioni di bilancio per i grossolani errori, nelle voci e nei calcoli, con cui la proposta è stata sottoposta al consiglio comunale; l’a assoluta assenza di programmazione urbanistica, conseguenza di un PRG ormai scaduto da tempo e di cui è stata avviata la revisione solo con grande ritardo, anche a causa della colpevole lentezza delle precedenti amministrazioni. Per non parlare di opere primarie, come la rete idrica e la fognatura di Alcamo Marina: vaneggianti promesse per raccogliere il voto dei cittadini”.

Un lungo elenco di cose fatte male, quello stilato da Abc che comprende “l’incremento dei costi per l’approvvigionamento di acqua sostenuti dall’ente locale, la mancata realizzazione dell’ospedale, il “deserto culturale” in cui è stata fatta sprofondare la città, il ricco patrimonio architettonico e naturalistico sempre più mortificato, l’insufficiente manutenzione e cura del verde pubblico, la fallimentare gestione del piano di contrada Sasi, la visionaria e fantasiosa “non progettazione” della viabilità, il ripetuto aumento dell’imposizione fiscale a livello comunale, la possibile chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace”.

In questa difficile situazione amministrativa – prosegue il movimento politico Abc – abbiamo operato attivamente all’interno del Consiglio Comunale, con l’opposizione intransigente, ma sempre leale, portata avanti dai nostri consiglieri.

Abc – conclude la nota – chiede per le prossime amministrative, agli alcamesi di rinnovare la fiducia al movimento e di scongiurare il pericolo di un “ritorno al passato”, evitando che i fautori dello sfascio politico e amministrativo attuali, riprendano le redini della città.

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