Processato per direttissima per violazione di sigilli, ha patteggiato la pena

Ha violato i sigilli apposti nei locali che il giorno prima gli erano stati sequestrati. Davide Giambrone, 35 anni di Borgetto, è stato arrestato dagli stessi uomini del locale commissariato di Polizia che lo avevano già denunciato a piede libero per esercizio abusivo e illecito smaltimento dei rifiuti. Processato per direttissima, Giambrone è stato condannato ad 8 mesi, pena sospesa perché ha patteggiato, e a 6 mesi di servizio sociale. L’uomo, in barba al provvedimento che gli era stato notificato, nel primissimo pomeriggio di ieri è stato sorpreso all’interno dell’autofficina e dell’autolavaggio che insistono lungo la statale 186 e dei quali è stata disposta la chiusura, attraverso il sequestro preventivo, amministrativo e penale, per una serie di gravi infrazioni riscontrate anche dalla polizia provinciale. Le due attività artigianali sono state trovate sprovviste dell’iscrizione alla Camera di Commercio e dell’autorizzazione unica allo scarico delle acque reflue, necessaria al regolare svolgimento dell’attività lavorativa del care wash ai sensi della normativa ambientale vigente. Inoltre, al gestore è stata elevata una sanzione per avere smaltito illecitamente rifiuti sia solidi che liquidi, nello specifico acque di lavaggio, nel canale di scolo delle acque reflue, convogliandole verso la statale 186. Da qui la decisione della polizia di porre i locali sotto sequestro amministrativo e penale con il relativo materiale rinvenuto all’interno, affidandoli in custodia allo stesso Davide Giambrone. Quest’ultimo, noncurante delle rigide prescrizioni imposte dal provvedimento, si è nuovamente recato in officina violando i sigilli. Per lui sono scattate le manette ai polsi. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari in attesa di essere giudicato con il rito direttissimo, la cui condanna è arrivata nella tarda mattinata di oggi. Davide Giambrone, già tornato in libertà, è figlio del presunto boss Vito Giambrone assassinato l’8 novembre del 1998 in via Crocifisso e fratello di Antonino Giambrone, il gommista crivellato a colpi di arma da fuoco all’interno della sua officina il 31 ottobre del 2007. Inoltre è nipote di Giuseppe Giambrone, pregiudicato coinvolto in varie inchieste giudiziarie contro il mandamento locale e tornato in libertà nel settembre del 2013 per scadenza dei termini di custodia cautelare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture