Carini, rapinata e picchiata un’anziana con la complicità della badante infedele. 5 arresti

Hanno bussato a casa di una signora con una scusa e, la donna, che vive con la madre novantenne che assiste con l’aiuto di una badante, gli ha aperto il portone di casa. In tre, di cui uno armato di coltello, intorno alle 11 di ieri mattina, si sono introdotti all’interno dell’appartamento al primo piano di una palazzina di via Giuseppe Grippi, nei pressi della stazione ferroviaria di Carini e una volta dentro, hanno aggredito la pensionata B.G. di 66 anni, picchiandola in modo violento. I malviventi l’hanno immobilizzata, stringendole il collo, mettendole le mani sul volto e minacciandola con il coltello a consegnargli l’oro e il denaro che teneva in casa. Tutto questo, mentre nell’altra stanza la madre della vittima giaceva sul letto in compagnia della badante, una minorenne rivelatasi poi la basista del colpo, che non ha mosso un dito per correre in aiuto della sua datrice di lavoro. Uno dei rapinatori, sebbene la donna percossa continuasse a tacere sul posto in cui conservasse i gioielli, è entrato in camera da letto e da un cassetto ha prelevato collane, bracciali ed anelli in oro, diversa bijoutteria ed alcuni orologi del valore complessivo di circa 2 mila euro. Afferrata la refurtiva, i tre si sono dati alla fuga. La vittima, impaurita e dolorante per le percosse subite, in un attimo di lucidità ha subito telefonato al 112 per raccontare cosa fosse successo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Carini che, dopo avere raccolto il racconto della donna, hanno subito visionato i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona per verificare i movimenti delle ultime ore. Le immagini che si sono presentate agli occhi dei militari sono inequivocabili. I carabinieri, infatti, hanno accertato che la badante in servizio nell’abitazione della vittima dell’aggressione, sia la basista della rapina messa a segno da tre malviventi del luogo, con la complicità di un’altra ragazza che convive con uno di loro. In manette sono finiti Eleonora Abbate di 19 anni, il suo convivente Danilo Silvestrini di 20 anni, Antonino Alamia di 36 anni, la badante 17enne G.R. e il suo coetaneo F.D. , questi ultimi due incensurati. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, avvalorata dai filmati in possesso, Eleonora Abbate poco prima della rapina, si sarebbe incontrata con la badante sotto l’abitazione della vittima. Dopo una breve conversazione tra le due, la minorenne è salita in casa, mentre Abbate è andata e tornata a piedi dallo stesso sito altre due volte, nell’arco di pochi minuti, per poi arrivare i tre rapinatori che sebbene non fossero incappucciati con un passamontagna, cercavano di coprirsi il volto con gli indumenti che avevano addosso fino ad accedere all’interno dell’abitazione della pensionata. Per i carabinieri non ci sono dubbi. Il colpo è stato messo a segno con la complicità della badante e della sua amica, la cui identificazione ha portato ai successivi controlli a carico del suo convivente Silvestrini, di Alamia e del minore, tutti finiti in manette poche ore dopo. Eleonora Abbate, messa alle strette dagli investigatori, è caduta in contraddizione, rendendo palese il proprio coinvolgimento. A quel punto è stato quasi immediato risalire anche alla banda composta da piccoli delinquenti. Silvestrini ed F.D, infatti, altro non sono che i fidanzati della Abbate e della badante. Immediatamente è partita la caccia all’uomo.

Per l’individuazione del terzo complice è stato fondamentale un passaggio del video acquisito, dal quale si vede passare poco prima della rapina una Hyundai Atos di colore grigio. Raggiunto a casa, Antonino Alamia ha riferito di aver passato l’intera mattinata a letto. Come nel più classico degli scenari, però, i Carabinieri sono stati insospettiti dal fatto che il motore della sua macchina, parcheggiata di fronte casa, era ancora caldo. È così scattata la perquisizione, che ha consentito di trovare proprio nell’auto il coltello utilizzato nella rapina. Lo stesso è stato condotto in caserma, dove di lì a poco è stato raggiunto anche dagli altri componenti della banda che, che nel frattempo erano stati catturati nel centro storico di Carini, mentre tentavano la fuga. Tutti e cinque sono stati quindi ristretti in stato di arresto, e tradotti presso i vari istituti di custodia competenti. Le ricerche hanno permesso di rinvenire la quasi totalità della refurtiva occultata, all’interno di un sacchetto, in un cespuglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Hide picture