Alcamo. Bimbo morto, il padre in una lettera: “io non ho colpe”

Rompe il silenzio Enzo Renda, papà di Lorenz, il bambino di 5 anni morto ad Alcamo per un’overdose di psicofarmaci. Dell’omicidio è accusata la madre Aminta Altamirano Guerrero che si trova in carcere. L’autopsia avrebbe confermato il decesso del piccolo per avvelenamento. Il padre di Lorenz affida il suo sfogo ad una lettera: “Io non ho colpe per la morte di mio figlio, porto dentro di me un dolore immenso quello dell’essere andato via per evitare la galera…oggi sarei ben felice di pagare la galera ingiusta pur di riavere mio figlio vivo”. Enzo Renda era stato denunciato dalla madre di suo figlio per maltrattamenti, è perciò che si sarebbe trasferito in Germania, in Procura era stato aperto un fascicolo contro di lui. In alcune righe della missiva il pizzaiolo alcamese parla in terza persona . “Noi – scrive – non siamo mai stati sposati, Enzo è stato costretto a lasciare la propria convivente in quanto dalla stessa aveva subito, sotto cattivo consiglio di persone note a lei vicine, una denuncia per maltrattamenti, la cui fondatezza è tutta da verificare…Aminta con il suo comportamento aveva infine costretto il compagno a separarsi da lei, ed in questo ultimo anno è stata vicina a persone che, mosse da sentimenti di ipocrita buonismo, l’hanno spinta a denunciare Enzo fomentandola contro di lui e la sua famiglia”. E sulla volontà di Aminta di tornare nel suo Paese, in Messico, il papà di Lorenz scrive: “Non è vero, voleva bensì andare in Germania per raggiungere l’ex convivente, cosa confermata dal parroco della chiesa di Santa Maria. Enzo era in Germania solo da tre mesi e sarebbe ritornato a settembre perché il suo contratto di lavoro era stagionale. In Germania Enzo ha continuato ad assumersi le sue responsabilità di padre inviando ad Aminta soldi per Lorenz e per pagare affitto e accessori”. Renda accusa poi i servizi sociali: “Enzo aveva mostrato preoccupazione per l’instabilità di Aminta come riportato dalle stesse assistenti sociali nella relazione…se ognuno avesse fatto bene la propria parte e il proprio lavoro forse non si sarebbe arrivati a questo epilogo”. “A pagare –si legge alla fine della lettera- è stato un bambino che non aveva bisogno solo della bicicletta ma in mancanza di un padre che stava per finire in galera aveva bisogno di una madre sana mentalmente e responsabile. Enzo in questo momento sarebbe ben felice di pagare una galera ingiusta pur di avere suo figlio vivo”.

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