Partinico. Arsenale, dopo la condanna torna libero Marcello Pontearso

E’ tornato in libertà Marcello Pontearso, operaio di 58 anni originario di Borgetto. Pregiudicato per spaccio di stupefacenti e detenzione illegale di armi, Pontearso si trovava ai domiciliari dall’estate scorsa e ieri la terza sezione della Corte d’Appello lo ha condannato a dieci mesi in continuazione con un’altra pena, che però l’imputato ha già scontato e perciò che è tornato in libertà. Per Marcello Ponterso, difeso dall’avvocato Luciano Maria Sarpi, è caduta l’accusa di avere avuto una sorta di fabbrica di armi nelle campagne tra Partinico e Borgetto. Nel 2009 l’operaio era stato arrestato perché trovato in possesso di 13 pistole, 2 carabine, centinaia di munizioni e cinque chili di polevere da sparo, ma anche di una piccola serra con due piante di cannabis, alte un metro e 70. Gli investigatori ipotizzarono che si trattava di un arsenale di Cosa Nostra e in particolare della cosca guidata dal boss Mimmo Raccuglia che era stato arrestato da pochi giorni. Ma i collegamenti con la mafia, non sarebebro mai stati accertati. Successivamente nel 2012, Marcello Pontearso fu arrestato insieme al fratello Mario (giudicato separatamente), con l’accusa di detenzione illegale di armi. In quell’occasione la Polizia scoprì un arsenale nell’abitazione di Mario ad Alcamo Marina, poi fu perquisita la casa di Marcello in contrada Piano del Re a Partinico e qui saltò fuori un tornio per modificare le armi e una canna di fucile modificata, oggetto delle accuse nel processo di ieri. Nel processo è stata decisiva la perizia di un esperto della Polizia Scientifica che avrebbe dimostrato che la canna clandestina non avrebbe potuto funzionare. Da qui l’assoluzione parziale e l’applicazione della continuazione della pena. Marcello Pontearso è tornato in libertà perché i dieci mesi supplementari li aveva di fatto già scontati, così come ha scontato la prima condanna per intero.
Giornale di Sicilia

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