CONDANNATO MASSIMO CIANCIMINO PER RICICLAGGIO
Il procuratore generale Angela Tardio ha chiesto, alla quarta sezione della Corte d’appello di Palermo, la conferma della condanna per Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco democristiano di Palermo Vito, accusato di aver riciclato il “tesoro” del padre, e per il professore e avvocato Gianni Lapis, l’avvocato romano Giorgio Ghiron e la madre di Ciancimino, Epifania Scardina. Tutti gli imputati sono accusati di riciclaggio. In primo grado, dal gup Giuseppe Sgadari (il processo si svolge con il rito abbreviato), Ciancimino jr era stato condannato a 5 anni e 8 mesi, Lapis e Ghiron a 5 anni e 4 mesi, mentre Epifania Scardina, a un anno e 4 mesi (pena sospesa). Il tesoro di don Vito Ciancimino potente democristiano negli anni Settanta e Ottanta, ex sindaco di Palermo, e longa manus di Cosa nostra corleonese nella realizzazione del “sacco edilizio” della città ammonterebbe a decine di milioni di euro. A dare una svolta all’inchiesta sul “tesoro” di don Vito é stato proprio il figlio Massimo che da mesi parla con i magistrati degli affari e dei rapporti coi politici della sua famiglia. Ciancimino jr, che questa mattina ha seguito una parte della requisitoria, ha puntato il dito contro il tributarista Giorgio Lapis e l’avvocato Giorgio Ghiron, a suo dire, veri artefici della gestione delle ricchezze paterne. “Non trovo affatto prudente il giudizio del pg di Palermo che ha ritenuto poco attendibili le mie dichiarazioni, ipotizzando quasi velatamente che io strumentalizzi le Procura a cui oggi rendo dichiarazioni”. Lo ha detto Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco di Palermo Vito Ciancimino, commentando le richieste avanzate dal procuratore generale di Palermo Angela Tardio che ha chiesto la commenta della condanna a 5 anni e 8 mesi nel processo d’appello a suo carico per riciclaggio e intestazione fittizia di beni. “In questo momento cosi’ delicato avrei trovato piu’ prudente -afferma Ciancimino junior- non fare queste affermazioni perche’ il pg non conosce ancora il contenuto delle mie dichiarazioni rese alle Procure. Non mi e’ sembrato il caso”. Poi, Ciancimino ribadisce pero’ “la sua fiducia” nei magistrati. “Prima della camera di consiglio -conclude- rendero’ dichiarazioni spontanee davanti alla corte d’appello e rispondero’ a tutte le accuse che mi vengono rivolte”.