PARTINICO. BAGLIESI PUNTAVA A RIUNIRE FAMIGLIE DEL CLAN VITALE

Salvatore Bagliesi sembrava avere messo tutti d’accordo, a Partinico, sulla necessità di deporre temporaneamente le armi e lavorare alla ricostruzione del mandamento. L’obiettivo era riportare lo scettro in mano ai Fardazza. Nato a Partinico 51 anni fa, Bagliesi era latitante dalla fine dell’anno scorso, da quando era stato condannato per il duplice omicidio, avvenuto nell’aprile del 1999, in cui persero la vita Francesco Paolo Alduino e Roberto Rossello. In primo grado era stato assolto. Ad incastrarlo, in appello, furono le dichiarazioni del pentito Michele Seidita e una perizia dell’esperto informatico Gioacchino Genchi, secondo i cui risultati, Bagliesi, la mattina del delitto, si trovava nei pressi dell’abitazione della vittima designata, Francesco Paolo Alduino. Salvatore Bagliesi, agricoltore di professione, secondo gli investigatori, in questo anno di latitanza avrebbe ragionato da capo, agendo con mansioni di nuovo reggente della famiglia di Partinico e Borgetto. La sua caccia si è conclusa sabato pomeriggio. Salvatore Bagliesi, boss vicino al mandamento Vitale–Fardazza di Partinico è stato catturato e arrestato dai carabinieri della Compagnia di Partinico e del Nucleo Operativo del Gruppo di Monreale nella sua abitazione. Una cinquantina di militari, hanno accerchiato la sua residenza di Partinico, in via delle Capre. Vistosi braccato, il boss ha cercato un ultimo, disperato, tentativo di fuga ma è stato intercettato immediatamente dagli uomini delle Forze dell’ordine. I militari sono stati costretti a buttare giù la porta a colpi di mazza. Salvatore Bagliesi si era nascosto in un nascondiglio ricavato nella parete del bagno del suo appartamento, a cui si accede attraverso un’anta coperta da piastrelle. Pochi centimetri sotto il lavello, quasi invisibile. All’interno del rifugio sono stati trovati uno sgabello e un grosso tubo utilizzato come presa d’aria. Il latitante, dopo essere stato catturato, è stato condotto con un’auto civetta alla caserma di Monreale dove i militari gli hanno notificato l’ordine di arresto. Poi è stato trasferito in carcere. Per Salvatore Bagliesi si sono aperte le porte dell’Ucciardone.

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