PROSEGUE LO STATO DI AGITAZIONE DEI VITICOLTORI

Prosegue lo stato di agitazione dei viticoltori siciliani alla vigilia della vendemmia. Alla pesantezza che caratterizza il comparto già da qualche anno, si aggiunge il timore di un ulteriore riduzione dei prezzi delle uve da vino che appare ingiustificata per la Cia siciliana e soprattutto inaccettabile per i viticoltori che potrebbero anche rinunciare alla vendemmia, considerato che dalla vendita del prodotto non si riuscirebbero a ricavare nemmeno i costi di raccolta. Dopo l’assemblea che la locale sezione della Cia ha indetto sabato scorso al Palazzo dei Carmelitani di Partinico, la Confederazione italiana degli agricoltori ha chiesto un incontro urgente all’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Cimino, per affrontare “la crisi del comparto e predisporre misure adeguate a fronteggiare lo stato di emergenza e a contrastare i tentativi, sempre più evidenti, di speculazioni che rischiano di determinare la chiusura di migliaia e migliaia di aziende vitivinicole dell’Isola”. “La situazione è grave – dice Carmelo Gurrieri presidente regionale della Cia – e potrebbe alimentare il diffuso e generalizzato malessere tra i viticoltori che in questi anni hanno dovuto ripetutamente fare i conti con riduzioni dei prezzi dell’uva così consistenti che si è arrivati all’azzeramento del reddito aziendale”. Il timore sollevato sabato scorso a Partinico dal rappresentante locale della Cia Totò Inghilleri è che le cantine abbiano intenzione di pagare il raccolto a soli 10 centesimi al chilo, ragion per cui lo stesso ha invitato i viticoltori a lasciare l’uva nelle viti.

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