MAFIA. LA CANTINA KAGGIO ANCORA CHIUSA DOPO 15 ANNI DAL SEQUESTRO E DALLA CONFISCA. CAPUTO : E’ VERGOGNOSO”
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“ La mancata apertura della cantina Kaggio è un vero e proprio scandalo che costa allo Stato 750 mila euro , esistono gravissime responsabilità che ricadono sul Comune di Monreale”. A dichiararlo è Salvino Caputo, presidente della Commissione Attività Produttiva all’ARS e componente di quella Antimafia che ha informato della vicenda il Commissario straordinario per la gestione dei Beni confiscati Mariuccia Il quale ha garantito il massimo impegno per l’immediato utilizzo.. Quello che prima era diventato a livello nazionale l’emblema dell’antimafia e cioè la cantina Sociale Kaggio confiscata ai boss Salvatore Riina e Bernardo Brusca, oggi è divenuto il simbolo dell’abbandono e del fallimento della gestione dei beni confiscati a Cosa Nostra. Infatti, dopo oltre quindici anni dal sequestro e dieci dalla confisca definitiva si era riusciti a farne finanziare i lavori di ristrutturazione per trasformarla in un bene produttivo e assegnarla ad una cooperativa sociale per finalità imprenditoriali. Il Comune di Monreale che da 5 anni ha in affidamento la cantina Kaggio, non ha fatto nulla per evitare che questo complesso aziendale rimanesse inutilizzato, quando invece poteva essere il centro propulsore della enologia che in quel comprensorio (Monreale-San Cipirello) è fortemente sviluppata. Negli ultimi anni il bene è stato nuovamente oggetto di furti e atti vandalici.Era strato anche sottoscritto un protocollo di intesa con l’Istituto regionale per la Vite e il Vino per attivare corsi di formazione per il settore vitivinicolo . Dopo i lavori di ristrutturazione finanziati dal Ministero dell’Interno attraverso i fondi del Pon Sicurezza per oltre 750 mila euro. Lo scandalo è che dopo 25 anni l’Azienda fino ad oggi è rimasta chiusa ed inutilizzata e versa in uno stato di totale abbandono. All’ingresso si formata una discarica a cielo aperto . Caputo ha denunziato lo sperpero dei fondi del Pon Sicurezza e del Patto Territoriale che ammontano a 750 mila euro, per la messa in sicurezza e ristrutturazione. Siamo in presenza di un fatto scandaloso, mentre in tutta Italia si discute di cambiare la legge per rilanciare i beni confiscati e trasformarli in beni produttivi per le comunita’ colpite dalla Mafia.