CASSAZIONE. CHIESTA CONFERMA DI CONDANNA PER GIUSEPPE SALVATORE RIINA

Va confermata la condanna a 8 anni e 20 mesi per associazione mafiosa inflitta dalla terza sezione della Corte d’Appello di Palermo a Giuseppe Salvatore Riina, figlio del boss Toto’. E’ il parere del sostituto procuratore della Cassazione, Vito D’Ambrosio, espresso nella sua requisitoria davanti ai giudici della seconda sezione penale della Suprema Corte, che emetteranno questa sera il loro verdetto. Secondo l’accusa, Riina junior sarebbe a capo di un’organizzazione interna a Cosa Nostra: per lui, se la condanna venisse confermata, si riapriranno subito le porte del carcere, dal quale era uscito nello scorso febbraio per decorrenza dei termini di custodia cautelare. E’ la seconda volta che la Cassazione si occupa di questo procedimento: nella prima sentenza i giudici del Palazzaccio avevano annullato con rinvio il primo verdetto d’appello sull’imputazione di associazione mafiosa, e prosciolto l’imputato da reati di estorsione. Giuseppe Salvatore Riina, in primo grado, era stato condannato a 14 anni e 6 mesi, mentre in appello la pena inflitta era stata pari a 11 anni e 8 mesi, poi ridotta in sede di appello-bis, dopo il rinvio della Cassazione. Il collegio di piazza Cavour, presieduto da Giuseppe Maria Cosentino, dovra’ decidere oggi se confermare anche le condanne per altri due imputati, Antonino Bruno (7 anni e 4 mesi) e Iliano Baiamonte (5 anni e 4 mesi). Il pg D’Ambrosio ha anche chiesto che vengano trasmessi gli atti alla Procura generale della Suprema Corte in relazione a degli episodi di riciclaccio, dei quali parlava la prima sentenza di Cassazione, per verificare se su questi sia stata esercitata l’azione penale.

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