Montelepre. Omicidio Licari, il presunto assassino nega tutto

“Non sono stato io, non si può ammazzare un uomo per un recipiente”, sarebbe questa una delle dichiarazioni rese ai pubblici ministeri da Antonino Muratore, fermato dalla polizia di Partinico lunedì pomeriggio perché sospettato di essere uno degli assassini di Baldassare Licari, l’ex capo cantoniere di Montelepre freddato il 4 novembre 2013 in contrada Iazzo Vecchio nel territorio di Borgetto. Muratore che si trova rinchiuso nel carcere Ucciardone, dopo il fermo disposto dal procuratore aggiunto Claudio Corselli e dai sostituti Dario Scaletta e Claudio De Lazzaro, ieri è stato interrogato dai pm per una trentina di munuti. Si è proclamato innocente, ha detto di non essere stato lì quel giorno, di non sapere nemmeno arrivare al casolare di Licari e quindi di non aver bevuto nessun caffè da nessuna tazzina. Ma il suo DNA sarebbe stato rilevato su una delle tre tazzine di caffè ritrovate sul tavolo della casa dell’ex capo cantoniere, luogo dove sarebbe cominciata una furibonda lite, sfociata nel sangue. Antonino Muratore, 76 anni, è difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re, ai pubblici ministeri ha risposto ma ha negato ogni coinvolgimento affermando di non avere rancori nei confronti di Baldassare Licari, nonostante le questioni condominiali che la vittima aveva avuto con la figlia per il posizionamento di un recipiente per la raccolta dell’acqua. Contenziosi civili e penali, tanto che una delle sentenze era prevista per qualche settimana dopo l’omicidio. E i poliziotti del commissariato di Partinico sono risaliti ad Antonino Muratore scavando nella vita della vittima e scoprendo che la figlia del presunto assassino nel 2008 aveva intentato una causa contro Licari. Ma per Muratore “per una cosa del genere non si ammazza un uomo”. Al di là della posizione di Muratore c’è ancora molto da chiarire. A cominciare dalla dinamica dei fatti. I killer hanno colpito Licari in casa per poi inseguirlo mentre tentava di mettersi in salvo raggiungendo la macchina, una Fiat 600 intestata alla figlia. Oppure è stato Licari ad inseguire i sicari che si stavano allontanando e che a quel punto sarebbero tornati indietro per uccidere il pensionato, già ferito all’interno della casa. Sulla vicenda dunque restano ancora molti punti oscuri, a cominciare dalla partecipazione di altre persone nell’omicidio, che gli inquirenti stanno tentando di individuare

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