Atto ispettivo del senatore Campanella su esito gestione commissariale

“Non basta indire nuove elezioni. Agli elettori bisogna dare la certezza che tra le candidature per il rinnovamento dell’amministrazione isolana siano presenti persone di specchiata onorabilità. Bisogna dare garanzie al fine di scongiurare la riproposizione di scenari analoghi a quelli che hanno indotto allo scioglimento dell’ente”. Francesco Campanella, senatore di Italia Lavori In Corso (ILIC), non nasconde la sua preoccupazione in vista del voto in programma ad Isola delle Femmine i prossimi 16 e 17 novembre. “A questo proposito, quali garanzie può dare il ministro Alfano?”, è l’interrogativo del parlamentare che, in un atto ispettivo appena depositato a Palazzo Madama, chiede al titolare del Viminale informazioni relative anche “all’esito della gestione commissariale nel comune di Isola delle Femmine. La relazione del 6 febbraio scorso del prefetto di Palermo, infatti – conclude Campanella – aveva messo in luce come, nonostante i positivi risultati conseguiti dall’organo di gestione straordinaria, la riorganizzazione e il risanamento dell’ente locale non fossero da ritenersi conclusi”. Intanto in paese, la macchina elettorale è in gran fermento. Sono due attualmente i papabili candidati a sindaco che tenteranno di conquistare la guida del palazzo di città, attualmente commissariato per effetto del decreto di scioglimento delle cariche elettive, emanato dal Ministero degli Interni il 12 novembre del 2012, per sospette infiltrazioni mafiose. In corsa ci sono la palermitana Giovanna Picone, 52 anni, ingegnere libero professionista che, si definisce espressione del centro destra, e Stefano Bologna, 53 anni, bancario, già sindaco di Isola delle Femmine, ininterrottamente dal 1993 al 2004. Quest’ultimo si “Orlandiano” e cioè espressione libera del centro sinistra come il sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Nelle prossime ore dovrebbe arrivare una terza candidatura, quella del gruppo Insieme che già alle amministrative del 2009 propose la figura di Antonio Rubino. Quest’ultimo, giorni fa, sebbene invitato dai sostenitori a ritentare, ha preferito lasciare spazio ad altri, sostenendo che il paese necessiti di un cambiamento radicale e di un ricambio generazionale attraverso la formazione di un nuovo soggetto politico su cui stanno lavorando.

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