Partinico, 8 arrestati e 3 interdetti dai pubblici uffici per corruzione: misure eseguite in vari comuni della Sicilia occidentale

Alle prime luci dell’alba di oggi, i Carabinieri della Compagnia di Partinico hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 11 indagati (3 custodie cautelari in carcere, 5 arresti domiciliari e 3 sospensione dal pubblico ufficio o servizio), accusati a vario titolo per associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti, corruzione per l’esercizio della funzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e peculato.

Le manette sono scattate per Giuseppe Gaglio, legale rappresentante e presidente del cda della cooperativa Nido d’Argento, Massimiliano Terzo, dipendente della coop e Gaetano Di Giovanni dirigente del distretto socio sanitario di Agrigento e capo dei vigili urbano della Città dei Templi. I domiciliari sono stati disposti per Giuseppe Chiaramonte e Francesco Chiavello, dipendente ed ex dipendente della Nido D’Argento, per l’ex sindaco di Partinico Salvatore Lo Biundo, per Maria Pia Falco, istruttore direttivo al Comune di Marsala e Aldo Raimondi, responsabile del settore Politiche Sociali e Culturali del Comune di S. Cataldo (Cl). Un sesto destinatario degli arresti domiciliari è ancora ricercato. La sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio è stata invece notificata a Maria Rita Milazzo, dirigente del Comune di Balestrate, Michela Sclafani, funzionaria dell’ufficio direzione Politiche sociali della Città Metropolitana di Palermo e Antonino Geraci, presidente della commissione aggiudicatrice nella gara per l’affidamento della gestione e realizzazione “Azione A Rafforzamento dei Servizi Sociali”. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione finalizzata alla corruzione, corruzione, turbata libertà degli incanti e istigazione alla corruzione. 

L’indagine ha delineato l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti contro la pubblica amministrazione, composta da quattro persone poste al vertice di una cooperativa di servizi socio-sanitari con sede a Partinico. 

Tramite la cooperativa, i quattro soci, avrebbero avvicinato pubblici ufficiali, sette tra dirigenti o funzionari dei comuni siciliani di Partinico, Balestrate, Marsala, San Cataldo, Agrigento, della Città Metropolitana di Palermo, oltre ad un ex Sindaco di Partinico (al momento dei fatti privo di ruoli nella pubblica amministrazione), che avrebbero corrotto attraverso dazioni di denaro, regalie e cene offerte in noti ristoranti. 

Inoltre, numerose sarebbero state le assunzioni alle dipendenze della cooperativa di persone indicate dai pubblici ufficiali. L’obiettivo sarebbe stato di velocizzare i pagamenti e le liquidazioni da parte degli enti locali nei confronti della cooperativa o aggiudicarsi costosi appalti per servizi pubblici relativi ad attività socio-assistenziali, quali l’assistenza domiciliare di disabili e anziani, il trasporto di disabili presso istituti scolastici o sanitari, servizi in ambito educativo di minori come asili nido e centri ricreativi estivi. 

Sarebbe stata inoltre rilevata l’emissione di una fattura per la retribuzione di servizi mai prestati di circa 30.000 euro da parte della cooperativa, poi spesata dall’ente pubblico.

Tra le varie acquisizioni, gli investigatori avrebbero individuato in un noto e caratteristico borgo nei pressi di Partinico, il luogo abituale d’incontro tra i vertici della cooperativa e alcuni dei pubblici ufficiali compiacenti, dove sarebbero stati rinsaldati i reciproci illeciti legami.

Il Giudice per le Indagini Preliminari ha contemporaneamente disposto il sequestro preventivo di una somma di oltre 50.000 euro, di alcuni gioielli e della stessa cooperativa, la quale ha un fatturato annuo di circa 13.000.000 di euro e oltre 1250 dipendenti.

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