Balestrate, il venerdì santo Via Crucis – Via Matris a cura dell’ Ass. Culturale Sac.Filippo Evola

 Una versione teatrale e sociale della tradizionale Via Crucis, una versione nuova e innovativa del testo tratto dai Vangeli. Al centro della narrazione: la Madre il cui dolore, attraversa il tempo e lo spazio. Un racconto delle ultime ore di Cristo che si intrecciano a dei frammenti di vita dei nostri giorni. I tanti personaggi raccontano attraverso un monologo le classiche scene che si susseguono, dall’ultima cena all’arresto, da Caifa a Pilato, dalla flagellazione alla crocifissione, tra canti e musiche dal vivo. In un equilibrio instabile, il loro compito è quello di costruire di volta in volta lo spazio effimero dell’azione scenica e di trascinare in avanti il tempo della narrazione, accompagnando la madre e il figlio al monologo finale. Al centro della narrazione Donna de Paradiso di Iacopone da Todi. Perché narrare uno tra i momenti più importanti della storia cristiana portando in scena un testo religioso del Duecento? Riflettevamo sulla capacità assai rara di narrare in modo nuovo una storia già raccontata da altri. Per secoli meditare sulla morte del Cristo ha significato parlare della sua passione. Come se vi fosse un’unica possibile traccia narrativa da seguire. Iacopone da Todi ha rivoluzionato questo punto di vista puntando per la prima volta i riflettori sulla passione della Madonna: la Madre perde i connotati medievali angelici e mariani e diviene donna reale e profondamente umana, che grida il suo dolore. Nessuno sembra ascoltarla, e questo silenzio diviene assordante e si traduce in una naturale e commossa condivisione del pubblico. Le soluzioni narrative e stilistiche scelte da Iacopone da Todi per parlare di incomunicabilità e la sua ricerca raffinata di parole, azioni e relazioni ci sembrano spunti interessanti e preziosi per una riflessione nuova sulle modalità di narrazione e sul modo di stare al mondo. La nostra rappresentazione viene poi arricchita dai”lamenti”, quei canti polifonici che narrano la passione e morte di Cristo, il dolore della madre, lo strazio dell’assenza. Opere uniche, che davvero andrebbero annoverate tra i patrimoni immateriali dell’umanità. Le storiche lamentanze rischiano l’estinzione, poche sono le realta siciliane in cui ancora è possibile ascoltarle inebriandosi della storia e della nostra cultura popolare.

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