Terrasini, in stato di fermo 5 pregiudicati per la rapina del 4 aprile alla filiale Credem (Video)

In stato di fermo 5 pregiudicati palermitani ritenuti gli autori della rapina messa a segno lo scorso 4 aprile alla filiale bancaria Credem di Terrasini fruttata 84 mila euro. C.F. di 67 anni, C.A. 62 anni, M.V. di 60 anni, S.A. di 31 anni e T.C di 49 anni, sarebbero tutti  soggetti  specializzati in questo tipo di reati e, sono al momento gravemente indiziati per aver  fatto irruzione armata presso l’istituto di credito ed avere pure sequestrato per circa 40 minuti 6 persone tra impiegati e clienti presenti al momento della rapina. Nella circostanza ad agire furono  tre uomini travisati da cappelli e mascherine che, con il taglierino in pugno si sono introdotti in banca ed atteso l’apertura temporizzata del caveau, per  circa 40 minuti. Nelle more, sotto minaccia, hanno costretto uno dei cassieri ad effettuare 10 prelievi da 2000€ “cash in” dalle casse. Prima di andar via, hanno legato gli impiegati e i clienti con delle fascette e si sono dileguati. L’attività investigativa – coordinata dalla locale procura – ha consentito di identificare non solo i tre soggetti che materialmente hanno fatto accesso in banca,  ma anche gli altri due indagati che hanno avuto comunque un ruolo attivo nella commissione del colpo. Uno dei 5 fermati era giiù sottoposto alla pena alternativa della semilibertà con onere di svolgere attività di volontariato presso un’associazione: circostanza che ha anche sfruttato per crearsi un alibi andando sul posto subito dopo la rapina, indossando però lo stesso abbigliamento utilizzato per commettere il reato. Un altro complice, invece, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno per mafia, nell’occasione ha pure violato le prescrizioni imposte dalla misura di prevenzione in quanto – ovviamente – non è autorizzato a recarsi fuori dal comune di Palermo, oltre che ad associarsi con pregiudicati.

Per entrambi è scattata una circostanza aggravante generata dal loro precedente status, mentre a 4 dei 5 fermati viene anche contestata la recidiva. Dalle attività d’intercettazione è emerso pure che gli indagati si vantavano delle loro abilità e dei commenti “positivi” ricevuti in coda ad un articolo di stampa riferito proprio alla rapina in questione. Una circostanza che ha consentito, peraltro, di fissare dei punti temporali importanti in ordine alle responsabilità penali loro contestate per i fatti avvenuti a Terrasini. Inoltre gli stessi soggetti avrebbero gioito del fatto che, di recente, la discussione politica sull’abolizione dell’uso delle mascherine aveva subito uno stop, considerandolo una fortuna per i loro affari, in ragione del fatto che il travisamento in tal modo risulta quasi naturale. Lo stato di fermo è consequenziale alla progettualità emersa durante l’attività di intercettazione, relativa al fatto che gli indagati  avevano intenzione di recarsi fuori sede e in particolare in alcune città del centro-nord Italia per commettere altre rapine. Durante le fasi dell’indagine, peraltro, non sono mancati frequenti sopralluoghi da parte degli indagati, propedeutici alla commissione di altri “colpi” anche in alcune località della provincia di Palermo.

In un’occasione, peraltro, il controllo mirato a carico degli indagati  ha consentito di scongiurare un’ulteriore rapina che avevano intenzione di perpetrare nella banca di un comune limitrofo a Terrasini. Il quadro probatorio restituisce al momento dei gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati la cui responsabilità effettiva potrà essere valutata nel corso delle conseguenti fasi processuali.  In sede di convalida il GIP ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere.

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