Cinisi, businessman indiano apre fabbrica di mascherine e annuncia 60 assunzioni

Dall’India in Sicilia per investire 15 milioni di euro. L’imprenditore è Pamkaj Gupta, Ceo di Essel Group che ha deciso di aprire nel territorio comunale di Cinisi una fabbrica che produrrà mascherine.  60 le assunzioni annunciate nello stabilimento di 2 mila metri quadri che sorge nell’area industriale a due passi dall’aeroporto Falcone e Borsellino. La Paramount,   fornitrice delle Nazioni Unite per le missioni umanitarie che, durante il primo lockdown ha fatto da intermediaria per far arrivare mascherine dalla Cina in Europa,  già da metà febbraio dovrebbe cominciare a produrre  Ffp2 e Ffp3 a Cinisi. A pieno regime – così come scrive oggi il quotidiano Repubblica – si lavorerà in tre turni da otto ore, con 20 operai per ciascuna fascia oraria. Sulle mascherine verrà stampata la scritta “Made in Sicily, Italy” e avranno, garantiscono, una nuova certificazione di qualità anti-Covid. Proprio in questi giorni i tecnici starebbero testando i macchinari per la loro produzione. L’azienda, controllata al cento per cento da una società che fa base a Londra, vede a capo l’imprenditore indiano con interessi nell’editoria e nel settore minerario in Africa e in Sud America. A seguire l’investimento di Gupta, il tributarista Alessandro Dagnino che da tempo cura i suoi affari in Italia e che a Repubblica ha riferito che il cliente assistito ha deciso di lasciare il Regno Unito per la Sicilia, anche grazie alla Brexit e al regime fiscale favorevole per gli stranieri che decidono di trasferirsi in Italia e, di avere scelto Cinisi, perché vicina all’aeroporto Falcone e Borsellino dove i costi dei servizi sono inferiori rispetto ad altre regioni. Inoltre, pare che l’imprenditore abbia trovato l’immediata disponibilità delle istituzioni, avendo già incontrato il governatore Nello Musumeci, insieme al deputato regionale Alessandro Aricò e al presidente dell’Airgestc che gestisce lo scalo di Trapani Birgi Salvatore Ombra. Dagnino parla di Pamkaj Gupta come un businessman con un grande fiuto per gli affari in aree ad elevato potenziale di sviluppo. “Era già stato in Sicilia un paio d’anni fa – conclude il tributarista palermitano – ed è rimasto affascinato al punto tale che da allora, ha cominciato a valutare diverse opportunità d’investimento per tornarvi”.

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