San Giuseppe Jato, dopo il congedo del sindaco si dimettono pure assessori e Consiglieri

Dopo il sindaco Rosario Agostaro, si sono dimessi ieri anche gli assessori e tutti i consiglieri di maggioranza. Da dieci giorni negli uffici del Comune jatino si è insediata una commissione ispettiva inviata dalla Prefettura per accertare l’ipotesi di infiltrazioni mafiose. «Riponiamo massima fiducia, con la speranza che sia fatta luce sul nostro operato e che il nostro paese non sia chiamato a pagare, per l’ennesima volta, per la sua triste storia passata». A firmare la lettera sono il vicesindaco Mimmo Spica e gli assessori Elina Rumore, Salvatore Agostaro e Giovanni Maria Siviglia. Ma anche il presidente del Consiglio comunale Giovanni Marino e di consiglieri di maggioranza Salvatore La Milia, Enza Narboneto, Marianna Pecorella, Giovanni Romeo e Rossella Reda. Le dimissioni contestuali della maggioranza (ultra dimidium) dei consiglieri comporta così lo scioglimento immediato dell’intera assise cittadina. Rumore e Agostaro sedevano, infatti, anche in consiglio. Le dimissioni presentate del sindaco diventano invece efficaci ed irrevocabili dopo 20 giorni. Al suo posto arriverà un commissario nominato dalla Re g i o n e . «Rivendichiamo con orgoglio il lavoro svolto in questi tre anni – scrivono i dimissionari-, con la consapevolezza che tanto è stato fatto e che tanto rimane da fare. Abbiamo sempre avuto, come punto di riferimento, la cultura della legalità, che si contrappone a quella sub cultura mafiosa, di cui la nostra comunità con forza sta cercando di liberarsi definitiva m e n t e » . E difendono l’operato di Agostaro: «A guida di questa amministrazione, soprattutto nei momenti di grande difficoltà, abbiamo avuto un sindaco corretto, onesto e leale, rispettoso dell’i ncarico affidatogli dalla cittadinanza, che ha messo al primo posto del suo mandato il bene della nostra collettività, nel rispetto delle leggi e delle norme che regolano il nostro vivere civile, operando sempre libero da alcun condizionamento, né interno né esterno». Il 30 settembre, giorno dell’accesso ispettivo, il sindaco aveva annunciato alla stampa la decisione di dimettersi. Una decisione condivisa con i suoi assessori e consiglieri, che scrivono: «Il solo sospetto che l’azione amministrativa possa essere stata in qualche modo inficiata, o ancor peggio, condizionata da forze criminali ci inorridisce e ci mortifica, consapevoli di quanto male sia stato fatto a questo territorio dalla malavita organizzata».

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