Mafia, in cella il figlio di “don Tano”; Leonardo Badalamenti era ricercato dal Brasile

Era scappato in America nei primi anni ’80, insieme al padre, il defunto boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, per sfuggire ai corleonesi che avevano preso il potere in seno a Cosa Nostra. E’ tornato in Italia solo 3 anni fa e stanotte, Leonardo Badalamenti, secondo genito di “don Tano”, è    stato arrestato dagli uomini della Dia di Palermo, a Castellammare del Golfo, dove abitava a casa della madre. Nei suoi confronti pende un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria brasiliana di Barra Funda per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica. Per le autorità brasiliane, Leonardo Badalamenti era latitane dal 2017, anno a cui risale il provvedimento di cui, pare, lo stesso non fosse stato a conoscenza, tanto da muoversi liberamente in Italia e di fare anche, di tanto in tanto qualche capatina nel paese di origine, Cinisi, dove proprio la scorsa settimana si è reso protagonista di un episodio sgradevole. Nel tentativo di riappropriarsi di una proprietà che era stata confiscata al padre, forte di una sentenza che prevedeva la revoca del provvedimento di confisca, in quanto trattasi di un lascito ricevuto dal boss morto nel 2004 nel carcere di Fairton nel New Jersey, è andato in conflitto con il sindaco di Cinisi e con i carabinieri della locale stazione che lo hanno fatto sloggiare e lo hanno denunciato. Da qui i controlli approfonditi nei suoi confronti che hanno fatto emergere il mandato di cattura internazionale che pendeva sulla sua testa. Già nel 2009, Leonardo Badalamenti era stato arrestato dai carabinieri del Ros in Brasile, dove si faceva chiamare Carlos Massetti, insieme a 19 persone, con l’accusa di associazione a delinquere, corruzione e truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche e trasferimento fraudolento di valori.   Per la Dda di Palermo, avrebbe gestito la negoziazione di titoli di debito pubblico emessi dal Venezuela, mediante l’intermediazione di un funzionario corrotto del Banco Centrale, i titoli erano destinati a garantire aperture di linee di credito in istituti bancari esteri. Leonardo Badalamenti era stato chiamato in causa anche per aver tentato una truffa in danno della Hong Kong Shanghai Bank, della Lehman Brothers e di un’altra banca d’affari britannica, la HSBC, per un importo di diverse centinaia di milioni di dollari americani. Al processo che si svolse a Palermo, caddero le accuse, così tornò in Sicilia.  In attesa della formalizzazione della procedura di estradizione, Leonardo Badalamenti è stato rinchiuso nel carcere Pagliarelli.

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