Bellolampo, furti di gasolio in discarica, 21 arresti tra Palermo e Torretta (Video)

Dipendenti infedeli della Rap, per cinque mesi,  da febbraio a giugno del 2018,  hanno  rubato circa 1.300 mila litri di gasolio al giorno dagli auto compattatori dell’azienda e dai  depositi di carburante nella discarica di Bellolampo, causando alla partecipata   un danno stimato in centinaia di migliaia di euro. 25 le misure di custodia cautelare firmate dal gip di Palermo su richiesta del procuratore aggiunto Ennio Petrigni e del sostituto Enrico Bologna, eseguite questa mattina dai carabinieri della compagnia di San Lorenzo guidati dal maggiore Andrea Senes. Tredici persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere, false attestazioni in servizio, furto aggravato e ricettazione,  sono finite in carcere. 8 indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, e 4 hanno solo l’obbligo di firma. Per questi  il gip non ha riconosciuto il reato associativo e devono rispondere solo di furto e ricettazione. 12 di loro sono dipendenti dell’azienda, mentre gli altri tredici sono i ricettatori del carburante.  La  custodia cautelare in carcere con l’accusa di associazione a delinquere è stata disposta  per Ciro Aurelio, 55 anni; Giovanni Calò, 53 anni; Giuseppe Cocuzza, 56 anni; Marco Corona, 47 anni; Rosario Di Maggio, 62 anni; Francesco Lopitale, 60 anni; Salvatore Lullo, 38 anni; Fausto Mangano, 53 anni; Alessandro Milazzo, 48 anni; Benedetto Scariano, 64 anni; Francesco Inzerillo, 29 anni; Gaspare Inzerillo, 36 anni; Piero Giorgio Schirò, 49 anni. Vanno invece ai domiciliari Giovanni Ammirata, 59 anni, per furto aggravato; Alberto Bologna, 37 anni; Vincenzo D’Aleo, 46 anni; Cristoforo Di Caccamo, 38 anni; Filippo Martelli, 36 anni; Pietro Riggio, 41 anni; Giovanni Spatola, 59 anni, e Giovanni Puglisi 23 anni di Torretta,  per ricettazione. Gli investigatori hanno ricostruito il sistema con cui gli indagati   derubavano la Rap, l’azienda partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti nel capoluogo. Il gruppo era organizzato secondo ruoli ben precisi: c’erano vedette con il compito di controllare che nessuno arrivasse durante i prelievi di gasolio, c’erano gli autisti che e gli addetti ai rifornimenti in costante contatto tra loro durante i turni di lavoro, e, per non essere intercettati  utilizzavano un linguaggio in codice.   Complessivamente l’associazione a delinquere ha sottratto alla Rap circa 200 mila litri di gasolio rivenduto nel mercato. A capo dell’organizzazione ci sarebbe stato il dipendente della Rap Giovanni Calò  che sovrintendeva alle fasi decisionali, organizzative ed esecutive, provvedendo anche al reclutamento dei complici esterni all’azienda ed all’individuazione dei soggetti a cui vendere il carburante. Per eludere i controlli amministrativi dell’azienda: alla richiesta delle ore di lavoro effettuate e riportate dai veicoli, veniva infatti comunicato un quantitativo superiore rispetto a quello realmente effettuato, mentre per evitare che i veicoli si guastassero, gli stessi venivano lasciati accesi durante le operazioni di prelievo del carburante. I militari hanno pure appurato che, diverse persone esterne alla società si recavano a Bellolampo per andare a rifornire la propria auto di gasolio;  entravano dopo essersi messi d’accordo con i dipendenti infedeli, facevano il pieno e uscivano senza essere fermati o controllati.

 

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