Emergenza coronavirus, “stupore delusione e rabbia” per i sindaci delle ex zone rosse siciliane
I
sindaci dei comuni siciliani di Salemi (Trapani), Villafrati (Palermo), Agira e
Troina (Enna), che per quaranta giorni sono stati dichiarati ‘zona rossa’ a
causa dell’emergenza Covid-19, esprimono “stupore, delusione e
rabbia” dopo avere appreso che i propri territori “non sono stati
presi in considerazione dal governo nazionale” per le misure di sostegno
economico decise nell’ambito del decreto legge ‘Rilancio’. Domenico Venuti,
sindaco di Salemi, con i colleghi Franco Agnello (Villafrati), Maria Gaetana
Greco (Agira) e Sebastiano Venezia (Troina) a fine aprile avevano scritto una
lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per chiedere
l’assegnazione di risorse aggiuntive con l’obiettivo di mitigare gli effetti
economici del blocco totale delle attività imposto a causa del coronavirus.
“Nonostante quella richiesta fatta
pervenire al governo ben due settimane fa – sottolineano i quattro sindaci – la
Sicilia è stata ignorata ed esclusa da un sostegno economico che invece è stato
garantito ai comuni ricadenti nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi
e Piacenza. Giusta la decisione del governo di stare accanto alle popolazioni
del nord più colpite, alle quali – evidenziano Venuti, Agnello, Greco e Venezia
– anche noi ci sentiamo idealmente vicini per il dramma vissuto in termini di
perdite umane, ma allo stesso tempo – proseguono – ci chiediamo perché
l’Esecutivo abbia voluto escludere le ex ‘zone rosse’ della Sicilia e di altre
regioni italiane da un aiuto economico che potrebbe dare la speranza di una
reale rinascita economica dopo l’epidemia”. I sindaci di Salemi,
Villafrati, Agira e Troina chiedono quindi che “tutti i comuni italiani
dichiarati ‘zona rossa’ durante la fase più acuta dell’epidemia possano ricevere
attenzione da parte dello Stato”.