Capaci, altra paziente covid-19 negativizzata. In paese resta un solo caso

La seconda donna di Capaci finita in ospedale per il coronavirus si è negativizzata. Perfettamente guarita è già stata dimessa dal reparto malattie infettive dell’ospedale Vincenzo Cervello in cui era ricoverata da circa un mese.

“È una notizia che aspettavamo con ansia ormai da tempo e che ci riempie di gioia – dice il sindaco di Capaci Pietro Puccio – e riteniamo venga condivisa anche dalla nostra intera comunità preoccupata per il suo stato di salute. Rimane ormai solo la terza nostra concittadina, che si trova casa, in regime di isolamento obbligatorio e che speriamo presto di riavere tra noi. La vicenda delle nostre tre concittadine risultate positive al tampone per il Covid-19 – prosegue il primo cittadino – ci rivela in piccolo come contrarre il contagio sia sin troppo facile, avviene in un attimo ed in modo inconsapevole ed impercettibile. Lungo, faticoso e problematico risulta invece il percorso sanitario per arrivare alla guarigione, con l’auspicio e la speranza che nell’organismo non rimanga poi alcuno strascico o conseguenza di tale terribile e pesante esperienza. Ciò ci deve far riflettere ed indurre a dei comportamenti virtuosi, guardinghi e prudenti”.

Il sindaco Pietro Puccio ricorda ai più euforici ed ai più ottimisti, che il 4 maggio prossimo non vi sarà e non vi può essere il liberi tutti, c’è SOLAMENTE UN ALLENTAMENTO DELLE RESTRIZIONI che sin qui, hanno limitato le nostre libertà ed i nostri movimenti.

“Se vi sarà un lento e progressivo ritorno alla normalità ed alla “libertà”, non dipenderà dal Presidente Musumeci o dal premier Conte – afferma Puccio – ma dovremo sudarcelo ora per ora, giorno per giorno, attuando tutte le misure di contenimento del contagio che abbiamo un po’ tutti imparato a memoria, ma che diversi hanno ancora difficoltà a trasformare in ordinari e normali comportamenti quotidiani, che debbono per un certo periodo (speriamo il più breve possibile) fare parte del nostro modo quotidiano di vivere e di essere”.

Mascherine protettive, guanti di lattice, distanziamento fisico tra le persone, evitare il più possibile spazi e luoghi affollati devono essere le parole d’ordine.

“Ciascuno di noi può anche intimamente essere convinto di essere invincibile o immortale o che non teme o ha paura del coronavirus, ma tali comportamenti, prescritti dalle Autorità sanitarie – conclude il primo cittadino di Capaci – sono la misura e la dimensione del rispetto, dell’affetto, della considerazione umana che ciascuno di noi deve avere non solo di sé stesso, ma anche dei propri cari (soprattutto i più deboli ed indifesi) e di tutte le persone con cui ci si relaziona e si entra in contatto nella quotidianità”.

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