Corleone, commemorato il pediatra Liotta; morì un anno fa per l’alluvione

 Commemorato ieri Giuseppe Liotta, il pediatra che, un anno fa, ha perso la vita nella campagne di Corleone per la fortissima alluvione che si è abbattuta nel  territorio. Un ricordo forte e sincero, espresso con una serie di iniziative promosse dall’amministrazione comunale, ma non solo: un Consiglio comunale in onore di Liotta con la decisione di intitolargli il Centro funzionale della Protezione civile; un “Cammino per non dimenticare” dal paese dove si stava recando per lavoro alla sua “ultima fermata”; una messa nel santuario di Tagliavia, a pochi chilometri dal luogo della tragedia; un albero di ulivo piantato al posto della Tiguan abbandonata, già ribattezzato “l’albero di Giuseppe” che custodirà la sua memoria per sempre. Il 3 novembre dello scorso anno, nonostante l’allerta meteo il dottore Liotta si era messo in viaggio da Palermo per raggiungere l’ospedale “Dei Bianchi” di Corleone, dove prestava servizio da febbraio nel reparto di pediatria. Il medico, 40enne, padre di due bimbi piccoli, aveva il turno di guardia notturna, ma non arrivò mai sul posto di lavoro: è stato travolto da acqua e fango e di lui si sono perse le tracce. Le ricerche non si sono fermate per giorni, fino all’epilogo, l’8 novembre. Il corpo fu rinvenuto in un vigneto in contrada Frattina, a parecchi chilometri di distanza dal luogo dove aveva lasciato la sua auto, diventata drammatico simbolo di quell’indimenticabile sabato. A Corleone i danni furono ingenti, con decine di case allagate, la scuola media invasa dal fango, strade interrotte, frane. Ieri mattina, il Consiglio comunale, cui hanno partecipato gli zii di Liotta, si è aperto con un minuto di silenzio per ricordare il medico dagli occhi azzurri e gentili, che ha curato tanti bambini di Corleone. “  All’unanimità, l’assise ha approvato la mozione per intitolare al pediatra il Centro funzionale della Protezione civile di via Santa Lucia che al suo interno ospita il Centro operativo comunale.  Insieme alla LegaCoop Sicilia occidentale e alla Cgil, il Consiglio comunale ha anche celebrato l’anniversario della morte di Bernardino Verro, sindacalista e primo sindaco socialista di Corleone, ucciso dalla mafia il 3 novembre del 1915 per la sua lotta per una giusta distribuzione delle terre.  “Questi due uomini, Liotta e Verro, vanno ricordati per l’altissimo valore civile delle loro azioni – ha sottolineato il sindaco Nicolò Nicolosi – presto inizieranno i lavori in quella che fu la sede della Cooperativa Unione Agricola. Diventerà archivio storico del movimento contadino di cui Verro fu uno degli organizzatori e dirigente nazionale”. 

La vicenda del pediatra ha talmente coinvolto Corleone da spingere molti cittadini a dare una mano nelle ricerche. Sono stati chiamati gli “Angeli del fango”. Erano solo 4 all’inizio, guidati da Marcus Salemi, infermiere corleonese, ma nel giro di pochissimo tempo si sono trasformati in una squadra di 60 persone chehanno cercato Liotta, senza sentire freddo, stanchezza e fatica. Si sono fermati solo quando la speranza ha lasciato spazio alla dura realtà. Stamani, su iniziativa di Salemi, hanno ripercorso a piedi la strada da Corleone alla località Scalilli, lì dove per giorni è rimasta la Tiguan bianca del giovane medico.  In questo luogo il tempo si è fermato. Qui i pediatri dell’ospedale di Corleone hanno piantato un albero di ulivo per ricordare il loro collega. Alla cerimonia, che ha seguito la messa a Tagliavia, hanno partecipato i genitori di Giuseppe Liotta, le sorelle, i familiari, gli amici, esponenti dell’amministrazione comunale, della Protezione civile, autorità militari, tanta gente comune che è venuta a dare un altro saluto al medico. E c’è un altro bel gesto di solidarietà da sottolineare: il vivaio corleonese dov’è stato acquistato l’ulivo devolverà il ricavato della vendita all’organizzazione Medici per l’Africa Cuamm che si occupa della tutela della salute delle popolazioni africane.  “Per comprensibili ragioni – ha detto Marilena Liotta, sorella del pediatra – ritornare qui non è stato semplice per noi. Ma la creazione di questo piccolo giardino, questo angolo della memoria dove custodire il ricordo di Giuseppe, ci dà forza e un po’ di conforto. Il ricordo e la memoria perpetuano la vita e tu, Giuseppe, sei vivo perché hai amato e sarai sempre amato”.  

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