Torretta, “asservimento totale” di Salvo Gambino a Calogero Christian Zito

Secondo l’accusa, l’italo americano Calogero Christian Zito, sarebbe stato il regista occulto delle elezioni amministrative di Torretta dello scorso anno, interessandosi anche dei vicini comuni di Carini e Capaci, allo scopo di barattare qualche voto. Il dettaglio emerge dalle intercettazioni rilevate dagli investigatori nell’ambito dell’inchiesta New Connection, condotta dalla squadra mobile di Palermo e dall’Fbi che, due giorni fa ha portato all’arresto di 19 sodali del clan mafioso di Passo di Rigano e Torretta e, i loro alleati negli Stati Uniti. Zito sarebbe stato l’artefice della rielezione del sindaco di Torretta Salvo Gambino, anche lui finito in manette nel blitz antimafia ed ormai sospeso dalle sue funzioni su disposizione della Prefettura di Palermo. Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali, Gambino avrebbe avuto un rapporto solido con Calogero Christian Zito, avendo pianificato insieme alleanze, strategie politiche, nomi da inserire nella lista elettorale e scelta di assessori. Salvatore Gambino si sarebbe rivolto spesso a Christian Zito durante la campagna elettorale, chiedendogli spesso consigli e incontri riservati. Gli inquirenti parlano di un asservimento totale su nomine e incarichi. Zito si sarebbe speso per l’amico senza riserve. In una telefonata intercorsa con un commerciante di Carini che, in teoria stava cercando voti per la lista avversaria, l’esercente lo rimprovera dicendogli che si stava solo facendo i fatti propri come lui stesso gli aveva consigliato e, cioe’ di non esporsi, aggiungendo che stesse però cercando consensi per due candidati al Consiglio Comunale per le amministrative di Capaci, che poi vennero eletti, offrendo a Zito un bacino di 10 preferenze da fare   confluire a Torretta in favore di Salvo Gambino.  All’interno del clan c’era la preoccupazione che Gambino rischiasse di non farcela per sue questioni private. Pare abbia avuto problemi con la moglie, da cui si era temporaneamente separato, per poi ricucire il rapporto. Il clan, durante le loro conversazioni, si ritrovò in qualche occasione pure a deriderlo per la sua obesità e, a definirlo debole, fragile,  un “pupiddu”.  Dopo la sua rielezione a sindaco di Torretta, Zito pressava per decidere sui nomi di chi doveva ricoprire i ruoli di prestigio, non solo nell’ambito istituzionale, ma anche a livello apicale all’interno della macchina amministrativa del comune. «La sua azione non si sarebbe limitata ad un mero sostegno elettorale in favore di Gambino, motivato da ragioni di amicizia o dalla prospettiva di ricevere vantaggi esclusivamente personali- si legge nell’ordinanza – ma si sarebbe concretizzata in una più generale strategia di controllo totalitario dell’Ente comunale, finalizzata a garantire futuri illeciti vantaggi per il sodalizio criminoso». Propositi per i quali Zito si sarebbe anche rivolto ad esponenti di spicco di Cosa Nostra, come Calogero Badalamenti.

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