San Giuseppe Jato, sta male: prosciolto e scarcerato il boss Gregorio Agrigento

 La Corte di appello di Palermo ha prosciolto e scarcerato il boss di San Giuseppe Jato Gregorio Agrigento. Le perizie mediche hanno stabilito la sua “incapacità irreversibile di partecipare al processo” e il collegio ha accolto l’istanza del legale della difesa, l’avvocato Salvo Priola. Gregorio Agrigento, venne arrestato nel 2017 dai carabinieri del Gruppo Monreale. Dopo il blitz del 2013 “Nuovo Mandamento”, nel paese jatino si sarebbe creato un vuoto di potere che, per essere colmato, si sarebbe innescata una faida tra due fazioni avverse: quella dell’anziano boss Gregorio Agrigento e quella di Giovanni Di Lorenzo, chiamato “La Morte”, il quale tendeva a garantire gli interessi dei vecchi capimafia, come Salvatore Mulè, attualmente in carcere al 41 bis per scontare una condanna a 19 anni. La guerra venne evitata dopo aver ritrovato un’intesa. L’ultraottantenne boss Gregorio Agrigento, in primo grado, venne condannato a 16 anni di carcere. Ma il Gip, in fase di udienza preliminare, avanzò richiesta ai periti di valutare le sue condizioni di salute. Le perizie mediche riscontrarono “un progressivo decadimento cognitivo” dell’anziano capomafia, peggiorato da una sopraggiunta ischemia cerebrale. Il suo legale, ha così inoltrato istanza di proscioglimento e scarcerazione per le gravi condizioni di salute del proprio assistito, che è stata accolta dalla Corte d’Appello.

 

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