Partinico, intitolare l’invaso Poma a Danilo Dolci, la proposta di Legambiente

In un territorio in cui il banditismo appariva come il rimedio naturale all’impossibilità di trovare vie legali alla sicurezza sociale della popolazione, in un territorio caratterizzato da un’economia rurale che soffriva anche per mancanza di acqua, Danilo Dolci, sociologo, poeta, educatore e attivista della nonviolenza italiano, intraprese una serie di lotte non violente tra le quali diversi scioperi della fame e il famoso “sciopero alla rovescia”, con i quali sollevò il problema della diga sullo Jato. Nel corso delle sue ricerche Danilo aveva scoperto che, per migliorare la situazione agricola ed economica della zona, era stato fatto un progetto che, da molti anni, giaceva sepolto in qualche ufficio ministeriale: una diga sul fiume Jato”.
La Cassa per il Mezzogiorno autorizzò la costruzione della diga al nono giorno di digiuno.L’invaso Poma, costruito tra il 1963 e il 1968, dato in gestione all’E.S.A ed ora gestito dal Dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione Siciliana, con una superficie di 163,6 ettari ed una capacità di 72,5 milioni di metri cubi di acqua, è attualmente uno dei più grandi invasi in Sicilia, consente l’irrigazione di circa 9000 ettari di terreno coltivato della piana di Partinico e contribuisce, inoltre, all’approvvigionamento potabile della città di Palermo e di alcuni comuni della fascia costiera; è una grande risorsa idrica per il nostro comprensorio.
Con queste premesse, Legambiente Sicilia ed il circolo Legambiente Partinico chiedono di intitolare l’invaso Poma a Danilo Dolci, al fine di rendere indelebile nella memoria l’esempio pratico di lotte contadine e azioni non violente che, con la realizzazione della diga hanno sollevato l’economia e la vita nel comprensorio.Inoltre, nel ‘58 D.Dolci fondò il Centro studi e iniziative, lavorando molto sul piano del lavoro di formazione di nuovi gruppi democratici sostitutivi dei vecchi gruppi clientelari – mafiosi, riuscendo a far nascere diverse cooperative, tra le quali la Cooperativa “Consorzio irriguo Jato” a Partinico, con 800 soci, che continua ad operare per ridare acqua alla terre.

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