Operazione antiterrorismo, 15 fermi dei Ros tra Palermo e Trapani

Operazione antiterrorismo dei carabinieri del Ros. Nelle province di Palermo, Trapani, Caltanissetta e Brescia, con il supporto dei competenti comandi dell’arma territoriale, i militari stanno dando esecuzione ad un fermo emesso dalla Procura Distrettuale di Palermo nei confronti di 15 indagati. Tra loro un tunisino, un marocchino e due palermitani che vivono fra Marsala, Palermo, Erice e Piana degli Albanesi. I fermati sono accusati a vario titolo responsabili di istigazione a commettere più delitti in materia di terrorismo, associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi. Contestati inoltre diversi episodi di ingresso illegale di migranti clandestini nel territorio nazionale ed esercizio abusivo di attività di intermediazione finanziaria, reati questi aggravati poiché commessi avvalendosi del contributo di un gruppo criminale organizzato, impegnato in attività delinquenziali in più di uno Stato. I migranti non venivano portati con le carrette del mare, ma con gommoni molto potenti. Sono i cosiddetti sbarchi fantasma che sono stati segnalati più volte in diverse zone della Sicilia. I migranti pagavano grosse cifre per arrivare in Italia. Secondo le indagini c’è il sospetto che in Italia possano essere sbarcati anche alcuni degli attentatori che hanno messo a segno le stragi in Europa per conto dell’Isis. L’inchiesta, coordinata dalla Dda di Palermo guidata da Francesco Lo Voi, nasce dalla collaborazione con gli inquirenti di un tunisino coinvolto nell’attività della banda. L’uomo ha deciso di parlare per evitare, ha detto agli inquirenti, che ci si ritrovasse con “un esercito di kamikaze in Italia”, raccontando di essere a conoscenza dell’esistenza di una organizzazione criminale che gestiva un traffico di esseri umani, contrabbandava tabacchi e aiutava ad espatriare soggetti ricercati in Tunisia per reati legati al terrorismo. Nel profilo Facebook del fermato accusato di apologia all’Isis sono stati trovati video di esecuzioni capitali fatte dal boia di Daesh noto come Jihadi John. E’ stato anche scoperto materiale propagandistico delle attività di gruppi islamici di natura terroristica come preghiere, scritti, ordini, istruzioni e video con scene di guerra, immagini di guerriglieri, discorsi propagandistici e kamikaze presi dalla rete. Scoperti anche suoi contatti con profili di altri estremisti islamici. L’arrestato era uno dei cassieri dell’organizzazione e gli inquirenti sospettano che abbia usato il denaro guadagnato coi viaggi nel Canale di Sicilia anche per finanziare attività terroristiche. Per i pm di Palermo, che hanno disposto i fermi, la banda rappresenta “una minaccia alla sicurezza nazionale perché in grado di fornire un passaggio marittimo sicuro e celere particolarmente appetibile per persone ricercate dalle forze di sicurezza tunisine o sospettate di connessioni con formazioni terroristiche“. I guadagni dell’organizzazione criminale, custoditi da ‘cassieri’ designati dai vertici della banda, venivano riutilizzati per il rifinanziamento della attività come l’acquisito dei natanti veloci e l’aiuto economico dei componenti della associazione criminale finiti nei guai con la legge.

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