Borgetto. Vincenzo Bommarito torna a casa, sospesa la pena all’ergastolo – Video

E’ tornato a casa dopo dodici anni in carcere. Arrestato e condannato all’ergastolo per il sequestro e la morte del possidente partinicese Pietro Michele Licari, Vincenzo Bommarito da ieri è un uomo libero in attesa della revisione del processo decisa dalla corte d’appello di Caltanissetta che ha sospeso temporaneamente la pena. La revisione è stata chiesta ed ottenuta dall’avvocato Cinzia Pecoraro, legale del giovane di Borgetto dove è stato disposto l’obbligo di dimora e di presentazione alla caserma dei carabinieri per firmare quattro volte alla settimana. In questi dodici anni di reclusione -si legge nell’ordinanza di sospensione della pena- Bommarito “ha mantenuto un comportamento corretto e rispettoso delle regole carcerarie tanto da fargli meritare plurimi permessi, beneficiando dei quali egli non ha dato adito a rimarchi di sorta”. E così Vincenzo Bommarito è tornato dalla sua famiglia da sempre convinta della sua non colpevolezza. La sorella Caterina non si è mai arresa, ha bussato alle porte di tanti studi legali alla ricerca di chi potesse prendere in mano le sorti della vita del fratello. Poi, l’incontro con l’avvocato Pecoraro che negli anni è riuscita a mettere insieme una serie di elementi che potrebbero scagionare da ogni accusa il suo assistito. Elementi che hanno consentito l’avvio del giudizio di revisione condiviso sia dalla Procura generale di Palermo che da quella di Caltanissetta, città in cui si svolgerà il giudizio sulle prove nuove, portate dal legale per dimostrare che il coimputato di Bommarito, Giuseppe Lo Biondo, che si era autoaccusato, coinvolgendo pure l’amico, avrebbe mentito. Entrambi finirono in carcere nel 2007. Pietro Michele Licari venne sequestrato il 13 gennaio di quell’anno e tenuto prigioniero all’interno di un pozzo nelle campagne tra San Cipirello e Partinico. Morì di stenti e il suo cadavere fu ritrovato dopo un mese dal sequestro. Una fine atroce quella del sessantottenne, una morte lenta e crudele. Lo Biondo allora minorenne scelse di essere giudicato con il rito abbreviato e fu condannato a 13 anni di reclusione, per Bommarito (accusato dal ragazzo che poi in una serie di lettere chiese scusa per “averlo tirato in ballo”) il verdetto fu di “fine pena mai”. Adesso la revisione del processo.

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