Partinico, con i recenti sequestri di marijuana, in fumo gli affari della malavita

A Partinico con l’ultimo maxi sequestro di sei tonnellate di Marijuana operato dalla Dia insieme al gruppo pronto impiego della guardia di finanza di Palermo, la cannabis sembra ancora germogliare e prosperare come nella mitica spiaggia indiana di Goa. Le cinque piantagioni scoperte dalle forze dell’ordine nell’arco di un mese, hanno mandato in fumo affari illeciti per milioni e milioni di euro. Il tenente Damiano Di Michele del gruppo pronto impiego della guardia di finanza di Palermo afferma che “l’illecito business della droga a Partinico non sembra conoscere tregua, sicuramente perché le verdi campagne, le condizioni climatiche , la morfologia del terreno, la presenza dell’acqua ed anche il fatto che questa illecita attività anche se a cielo aperto si riesce ad occultare, sono tutte condizioni favorevoli alla produzione di questa tipologia di piante. fondamentale poi, è l’ingente guadagno di gran lunga superiore ad altre attività lecite”. L’ultimo maxi sequestro è stato effettuato all’alba di mercoledì scorso dalla direzione investigativa antimafia, insieme ai baschi verdi, nell’ambito di una vasta attività di contrasto alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti. Il “tesoro botanico” una volta immesso sul mercato clandestino dello spaccio al dettaglio, avrebbe fruttato ai narcotrafficanti una cifra da capogiro: oltre quattro milioni di euro. I quattro presunti coltivatori, tutti residenti a Partinico, tra cui anche Michele Vitale, cugino di primo grado dei fratelli Vito , Leonardo e Michele Vitale (detti Fardazza), esponenti di spicco del mandamento di Partinico, colti in flagranza, sono stati arrestati con l’accusa di produzione e traffico di sostanze stupefacenti. Le manette oltre che per Michele Vitale, 50 anni, già sottoposto all’obbligo di soggiorno e alla libertà vigilata e con diverse condanne alle spalle per droga, sono scattate anche per Salvatore Leggio 40 anni, cognato di Michele Vitale, l’indagato in atto sottoposto all’avviso orale del questore per reati in materia di stupefacenti ed altri reati, per Vincenzo Cusumano, 67 anni, già condannato al 416 per associazione a delinquere non di stampo mafioso e assolto con formula piena nel processo nell’ambito della strage di Pizzolungo e infine per Marco Antonio Emma 37 anni , finora senza precedenti. Scendendo nel dettaglio della brillante operazione antidroga, il centro operativo della Dia di Palermo e i finanziari, a seguito di mirate attività d’indagine , hanno rinvenuto all’interno della villetta di proprietà di Marco Emma, dove al momento del blitz c’erano anche i cognati Michele Vitale e Salvatore Leggio, circa 25 chilogrammi di piantine di marijuana già stese ad essiccare, appese ad alcuni fili sotto la tettoia della mansarda dell’abitazione. A favorire il processo di essiccazione <> alcuni ventilatori facenti parte del sistema di areazione. Ma le scoperte non sono finite qui. Il giorno dopo, infatti, in un terreno di contrada Milioto nelle campagne di Partinico , nei pressi dell’uscita per l’autostrada per Palermo, gli stessi investigatori hanno scoperto in un appezzamento di terreno nella disponibilità di Vincenzo Cusumano, una vasta piantagione con circa 3.300 piante di marijuana di un’altezza media di circa un metro e 20 centimetri. Il rigoglioso bosco delle verde foglie, camuffato in mezzo ad una fitta vegetazione di alte erbacce e alberi da frutto era stato attivato in una impervia zona interna, raggiungibile solo a piedi o con un trattore. Le piante che crescevano rigogliose grazie alle particolari cure ed attenzioni dei quattro “ giardinieri”,venivano annaffiate tramite un artigianale sistema di irrigazione a pioggia , realizzato con tubi di plastica di colore nero. La piantagione si estendeva ordinatamente in dritte filiere attraversate dai tubi per l’irrigazione . Ma prima di arrivare alla grande coltivazione di cannabis, gli stessi investigatori nel corso dell’attività che ha visto scandagliare palmo a palmo tutta la campagna, hanno rinvenuto all’interno di due capannoni un ingente quantitativo della stessa sostanza stupefacente stesa ad essiccare. Questa è la quinta piantagione scoperta a Partinico nell’arco di un mese di cui due dalla guardia di Finanza, una dalla Polizia del commissariato cittadino e una dalla locale compagnia dei carabinieri. La gran quantità di marijuana rinvenuta e la posizione di qualche arrestato con la sua stretta parentela nell’ambito della criminalità organizzata farebbe ipotizzare agli investigatori il coinvolgimento della mafia nel vasto giro della droga destinata al mercato clandestino regionale. “Ma al di là della criminalità organizzata – afferma il tenente Damiano Di Michele – si tratta di un illecito business organizzato, che non si basa su una singola persona che coltiva un intero campo , ma su più persone, come appunto in questo caso , in cui sono stati arrestati quattro soggetti . Cosa che confermerebbe appunto che si tratta di un’attività organizzata sotto ogni profilo, a partire dal sistema di essicazione delle piante , di irrigazione e quant’altro”.

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