Terrasini, impianto stoccaggio: iter “torbido”, esposto in Procura di una consigliera comunale

Parte un esposto alla Procura di Palermo per la paventata realizzazione di un impianto di stoccaggio rifiuti a Terrasini, in contrada Paterna. A presentarlo la consigliera comunale Eva Deak che in una relazione lunga 23 pagine, con una serie infinita di altri documenti allegati, contesta presunte irregolarità e fa emergere anche ipotesi di reato che ovviamente saranno tutte da suffragare dalla magistratura. In buona sostanza l’esponente dell’assise terrasinese, da sempre in prima fila contro la realizzazione dell’impianto, nella sua esposizione del lunghissimo iter burocratico che ha portato all’ipotesi di realizzazione della struttura di stoccaggio parla di possibili irregolarità procedurali, omissioni di atti d’ufficio, abuso di potere, favoreggiamento e addirittura minacce. La consigliera parla di due distinti incartamenti dello stesso progetto che sarebbero stati presentati dalla stessa ditta che ha proposto la realizzazione dell’impianto, la Edil Ambiente, e inizialmente uno dei due sarebbe persino scomparso dai cassetti del municipio terrasinese. Un iter che avrebbe presentato dei vizi procedurali sin dall’inizio, nel febbraio del 2017 quando la stessa consigliera sostiene che il progetto fosse carente di alcuni documenti fondamentali. Il primo “vizio” secondo Eva Deak nasce proprio da qui, con il Suap (sportello unico delle attività produttive) che non ha dato parere negativo rispetto alla macanza di alcuni allegati al progetto. Invece all’inizio tutto andò liscio, nel senso che i primi pareri dal municipio terrasinese furono positivi sul piano tecnico: “Appare incomprensibile e del tutto strano – evidenzia la Deak – che ad oggi il Comune di Terrasini non è in possesso della copia originale dell’assenso rilasciato da un proprio dirigente, in quanto nessuno è riuscito a trovarlo all’ufficio tecnico, nonostante tanti miei solleciti. Mi dicono che non si trova”. Da allora ad oggi si sono susseguite ben quattro conferenze di servizio durante le quali la Deak, secondo quanto si legge nell’esposto, sarebbe stata apostrofata pesantemente dal titolare della Edil Ambiente e addirittura costretta a non poter prendere appunti su qualsiasi supporto informatico: “Mi è stato di fatto impedito persino di tenere il telefonino in mano – denuncia -. Sono stata continuamente aggredita verbalmente in modo pesante ed anche accusata ingiustamente”. Accuse e velate minacce che si sarebbero anche verificate su facebook. Tra le tante altre contestazioni alcuni passaggi tecnici e autorizzazioni ritenuti carenti di motivazioni, in alcuni casi addirittura “false” ed “omissive”. Dito puntato sull’assessorato regionale Territorio e ambiente che ha escluso il progetto dell’impianto di compostaggio dalla Via, la valutazione di impatto ambientale, perchè “rientra nella casistica… degli impianti di smaltimento e recupero rifiuti non pericolosi” e perchè “non sono pervenute osservazioni”: “Ma il decreto – rilancia la Deak – non risulta pubblicato in gazzetta ufficiale e non è mai stato pubblicato all’albo del Comune di Terrasini nella sezione avvisi. Quindi nessuno poteva opporsi a qualcosa che non si conosceva”. Secondo la consigliera l’assessorato regionale dovrebbe revocare il decreto autorizzativo per la realizzazione dell’impianto, tutt’oggi in piedi nonostante nel tempo l’amministrazione comunale terrasinese ha fatto un passo indietro esprimendo un parere negativo sul progetto per il suo impatto ambientale. “Il progetto – aggiunge la consigliera – nel corso delle quattro conferenze dei servizi è stato integrato ed ha subito modifiche sostanziose, quindi avrebbe dovuto comunque ritornare all’assessorato regionale Territorio e ambiente per rivalutare l’assoggettabilità o meno alla procedura di Via. Gli uffici regionali hanno operato con poca trasparenza ed anche quelli comunali”. Nell’esposto l’esponente dell’assise terrasinese chiede alla Procura di verificare se vi siano in questo percorso dei profili “penalmente rilevanti procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili”.

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