Partinico. Gli asportarono un polmone sano, processo al rallentatore

Per due volte l’inizio del processo civile per chiedere il risarcimento del danno a chi gli ha portato via un polmone sano era stato rinviato: la prima volta perché il giudice era stato trasferito alla sezione fallimentare a corto di toghe, la seconda perché l’ospedale dove era stato operato aveva chiamato in causa l’assicurazione. Due giorni fa, dopo quasi un anno di attesa, la prima udienza è stata celebrata ma è durata solo pochi minuti. Giusto il tempo di ammettere le parti civili e invitare gli interessati a produrre entro due mesi e mezzo le memorie. Per la seconda udienza – come riporta il quotidiano La Repubblica – se ne parla a gennaio del 2019.

Altri nove mesi di attesa che il partinicese Vincenzo La Fata, il dipendente regionale di 62 anni che ha presentato una denuncia penale e civile contro l’Ismett di Palermo dove gli era stato diagnosticato un tumore inesistente al polmone, considera intollerabili: “Sono un uomo distrutto. Da quando mi hanno operato ho crisi d’ansia, mi affatico pure per salire due gradini e sono psicologicamente ko”. Oltre che vittima di malasanità si sente vittima dei tempi della giustizia civile.

“I tempi del processo civile – spiega la sua avvocata Antonella Arcoleo – sono scanditi. L’udienza di due giorni fa è servita ad ammettere le parti civili e a dare i termini delle memorie istruttorie: 30 giorni per ciascuna delle due parti e 20 giorni per le eventuali repliche”. In teoria la seconda udienza poteva essere fissata tra giugno e luglio. Ma non c’è spazio: “Su sollecitazione del mio assistito – dice il legale – ho provato a chiedere di anticipare i tempi, ma il carico di lavoro per i giudizi del tribunale civile è altissimo, nel periodo estivo l’attività inevitabilmente rallenta e non c’è stato modo di trovare un’altra data disponibile”. Un caso simbolo della giustizia-lumaca che allunga le sofferenze di chi si rivolge ai giudici per avere giustizia.

Sul caso è in corso anche un’inchiesta penale per lesioni colpose che vede indagati tre medici. Anche l’allora assessore Baldo Gucciardi aveva annunciato verifiche e inviato gli ispettori regionali al centro di eccellenza Ismett per capire cosa fosse accaduto e perché l’uomo nel 2015 sia stato sottoposto a intervento chirurgico.  Solo dopo l’esame istologico eseguito sui frammenti di polmone prelevati, si scoprì che non si trattava di tumore ma di lesioni dovute a una tubercolosi contratta dal paziente quando era bambino. L’Istituto mediterraneo per i trapianti e le terapie ad alta specializzazione ha finora difeso le scelte dei suoi dipendenti, facendo naufragare il tentativo di conciliazione.

fonte laRepubblica

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