Strage di Montagna Longa, chiesta la riapertura delle indagini

L’associazione dei familiari delle vittime di Montagna Longa ha chiesto alla procura generale di Catania l’avocazione delle indagini sulla sciagura aerea di Montagna Longa, a ridosso dell’aeroporto di Palermo, avvenuta il 5 maggio 1972, nella quale persero la vita 115 persone che viaggiavano sul volo Alitalia proveniente da Roma.

Avanzata dall’avvocato Giovanni Di Benedetto, l’iniziativa segue due recenti richieste di riapertura delle indagini (un’altra era stata avanzata e rigettata nel 2012), tutte respinte dalla procura etnea, l’ultima delle quali un anno fa, quando l’associazione presentò una perizia del professor Rosario Ardito Marretta – di cui parla oggi Repubblica – che propende per la tesi della bomba a bordo del Dc8 Alitalia.

“La motivazione con la quale la procura di Catania ha respinto la nostra ultima richiesta di riapertura delle indagini – dice all’ANSA l’avvocato Di Benedetto – non è per nulla convincente: in pratica si sostiene che se anche fosse vera l’ipotesi contenuta nella perizia, a distanza di 46 anni non sarebbe possibile trovare i colpevoli. La richiesta di avocazione, che si basa sempre sul lavoro svolto dal professor Ardito Marretta, censura inoltre il comportamento della procura di Catania”. Il processo si svolse nel capoluogo etneo perché tra le vittime della sciagura c’erano due magistrati.

La soluzione proposta dall’ingegnere potrebbe rimettere a posto il puzzle. “Qualcosa, la bomba – ha spiegato l’ingegnere aereonautico – ha determinato la fuoriuscita di kerosene dall’aereo e il resto lo ha scaricato il pilota, tentando una disperata manovra di atterraggio”. Tutte cose che fanno il paio con le osservazioni di chi vide precipitare l’aereo. Secondo il professor Marretta, la bomba, “grande quanto un pacchetto di sigarette” sarebbe deflagrata vicino all’ala destra.

 Quarantasei anni dopo il disastro i parenti delle vittime chiedono un supplemento di indagini. Testimoni videro il velivolo fiamme ancora prima dell’impatto. All’epoca si parlò di “incidente” e di “errore umano”, ma presto si sollevarono dubbi sulla ricostruzione ufficiale. Solo dopo poche settimane la tragica vicenda fu messa nel dimenticatoio. La scatola nera, che avrebbe potuto raccontare almeno un parte di verità, aveva smesso di funzionare sette ore prima. Quell’aereo non avrebbe dovuto volare.

Fonti: Repubblica/BlogSicilia/tiscali
foto archivio

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