Nuove condanne per Salvatore e Sandro Lo Piccolo; 8 anni alla moglie del boss

La prima sezione della corte d’Appello di Palermo ha condannato per estorsione a 15 anni ciascuno Salvatore e Sandro Lo Piccolo, ribaltando la prima sentenza di secondo grado.

Otto anni sono stati inflitti alla moglie del capomafia di San Lorenzo, Rosalia Di Trapani, un anno e otto mesi al collaboratore di giustizia Marcello Trapani.

Erano tutti accusati di avere imposto il pizzo sull’affitto di un locale commerciale, una nota macelleria di Palermo.

Secondo la ricostruzione della procura, Marcello Trapani, che dei Lo Piccolo era l’avvocato, sarebbe andato ben oltre il mandato legale, facendo da tramite fra il commerciante di carne e Rosalia Di Trapani che, in assenza del marito e del figlio, si sarebbe occupata dell’estorsione.

I quattro erano stati condannati con tre diversi processi in primo grado, poi riuniti in appello. Successivamente erano arrivati all’assoluzione in secondo grado. Ma la Cassazione cancellò la sentenza favorevole ai boss, alla donna incensurata e al pentito, rinviando la decisione finale ad un’altra sezione che ieri ha ribaltato il verdetto.

Per il collegio presieduto da Gianfranco Garofalo, i titolari del Mercatone della Carne di Tommaso Natale, Andrea e Pietro Conigliaro, subirono l’imposizione del pizzo e la moglie del boss Salvatore Lo Piccolo, fu tra gli artefici di ciò che avvenne.
La vicenda, in realtà, dal punto di vista giuridico, ha fatto emergere diversi dubbi, poiché, colui che avrebbe fatto da mediatore, Pietro Mansueto, nel frattempo è stato scagionato, così come Andrea e Pietro Conigliaro, che avevano sempre negato di avere subito l’estorsione, sono stati a loro volta definitivamente assolti dall’accusa di falsa testimonianza, poiché le intercettazioni non avrebbero supportato a sufficienza le contestazioni.
Sentenze che non hanno influito nel verdetto della prima sezione della Corte d’appello, secondo cui, i Conigliaro dovettero pagare i pizzo di ingresso per avviare l’attività. Un’estorsione che risale al 2006 che sarebbe stata gestita da Rosalia Di Trapani, mentre il marito ed il figlio, Salvatore e Sandro Lo Piccolo, erano ancora latitanti.

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